La grattachecca, la granita made in Roma
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Che sia estate o inverno, che tu vada di fretta o no, che tu stia a dieta o meno, è sempre l’ora di una carbonara, però… mi raccomando fatta come si deve. Ne abbiamo sentite di tutti i colori riguardo a questo storico piatto della cucina romanesca, ora fermiamoci un momento e rimettiamo le idee a posto, la carbonara è una e una sola e oggi faremo finalmente chiarezza.
Le origini di questa famosa ricetta di tradizione romana, si perdono nella storia, anche in quella più recente. C’è chi la fa risalire addirittura ad un pranzo organizzato per le truppe anglo-americane vicino Riccione, chi, portandola molto più indietro nel tempo trova l’origine di questo piatto negli antichi carbonari dell’Italia centrale, da cui appunto deriva il nome. Sta di fatto che il grande successo e la grande tradizione della pasta alla carbonara è tipicamente romano e qui ora è la casa di questo piatto inimitabile al mondo.
Ora, mi raccomando, se siete in piedi mettetevi seduti, fermatevi un attimo; per sicurezza se siete cardiopatici o non avete stomaci forti per resistere a questo paragrafo, vi preghiamo di passare al prossimo, perché in alcuni casi potreste veramente non farcela. Vogliamo parlarvi infatti dei classici errori di chi vorrebbe innovare o sperimentare nuove ricette chiamandole carbonara, quando infine carbonare non sono. Ora sicuramente tutte le carbonare vegetariane (primo colpo) o vegane (secondo colpo) o rivisitate che siano (si purtroppo è vero), saranno sicuramente degli ottimi piatti, ma siamo tutti d’accordo che non sono carbonare e dovrebbero quindi essere chiamate in un altro modo! Ma per questa volta passiamoci sopra e andiamo a fare chiarezza, scovando gli errori (o orrori) più comuni.
Come accennato in un altro articolo del nostro sito la cucina romana ha tra gli ingredienti segreti la semplicità dei propri ingredienti e non sempre anche delle preparazioni. Questa è una di quelle ricette che effettivamente ha bisogno di pochi ingredienti che sono:
Ora non importa il tipo di pasta che vogliate cuocere, su questo la carbonara è molto permissiva, la tradizione vorrebbe degli spaghetti per lei, ma anche rigatoni e mezze maniche si fanno ben apprezzare. Il procedimento è molto semplice, basterà lasciar cuocere un po’ il guanciale, finché non rilascerà tutto il suo grasso (per questo non è necessario l’olio); dopo di che, appena cotta la pasta versarla in una insalatiera e versare al suo interno le uova già mescolate, tradizione vuole uno a persona, mescolare finché non si arrivi a formare una crema; a questo punto aggiungere il guanciale croccante e alla fine pecorino e una macinata di pepe. Seguendo queste semplici regole, con 15 minuti, vi ritroverete davanti al vostro piatto di carbonara, semplicemente perfetto.
Scusateci il tono un po’ perentorio, ma la carbonara a Roma è una cosa seria e su alcune cose non si può arretrare nemmeno di un millimetro.
Mandaci le foto della tua carbonara, o raccontaci le esperienze con le peggiori ricette viste o, mi dispiace per te, che hai assaggiato!
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