Una festa in onore della regina della tavola: la pizza
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Abbiamo già parlato ampiamente della cucina povera romana e di come il suo segreto risieda nella semplicità e nella pazienza, oggi vi faremo fare un tour dolcissimo tra i dolci tipici della tradizione romanesca e se con il salato non siete mai rimasti delusi, non lo resterete nemmeno con il dolce, vediamo quali sono.
Anche qui la grande e millenaria tradizione romana e romanesca incrocia la propria strada con quella della cultura giudaica, per dar vita a una squisitezza ormai conosciuta non più solo a Roma. Il dolce nato dall’incrocio di queste due grandi comunità è la crostata con ricotta e visciole. Questo dessert, molto amato dai romani, non ha il classico aspetto della crostata, aperto con delle striscioline di pasta sfoglia sopra a decorazione, ma il contenuto rimane chiuso tra gli strati di pasta frolla. La ricotta da utilizzare per questo dolce è tipicamente quella di pecora, addolcita da dello zucchero e la marmellata di visciole; questi sono dei piccoli frutti rossi, simili a ciliegie ma dal sapore più aspro e amarognolo. L’unione di questi due ingredienti, tenuti insieme dalla pasta frolla ben cotta (non preoccupatevi se nella parte superiore troverete qualche bruciatura), vi farà portare in tavola il gusto antico di Roma.
La ricetta della prossima goduria dolciaria tipicamente romana è ancora oggi, ma molto di meno, legata a un particolare periodo dell’anno. Questo dolce tipico romano infatti viene mangiato alla festa del papà, il 19 marzo e da questo deriva anche il suo nome. La Zeppola di San Giuseppe infatti veniva solitamente mangiata in questa occasione per festeggiare tutti i papà e anche qui a farla da padrona in questa ricetta è la semplicità. Non è un classico pasticcino, guai a chiamarlo così, la zeppola è una piccola sfera di pasta dolce, fritta nell’olio bollente e in seguito farcita con crema. Una delizia.
Altri tipici dolci romani sono quelli preparati durante il periodo di carnevale come le castagnole e le frappe. Le prime sono sono delle piccole pallette di pasta dolce, della grandezza circa di una grande castagna che poi vengono fritte (anticamente nello strutto) e ricoperte di zucchero a velo. Le seconde invece sono un dolce tipico della tradizione romanesca che deriva addirittura dagli antichi romani. Nel periodo dell’anno corrispondente a carnevale infatti nella Roma antica, si era soliti friggere della pasta dolce nel grasso animale e da qui la tradizione non si è mai interrotta, diffondendosi sostanzialmente in tutta Italia. Anche qui per rendere ancora più dolce questo dessert si sparge ampiamente con zucchero a velo.
Infine il dolce per eccellenza, quello che oltre ad essere mangiato in occasioni speciali, ha cominciato a riempire anche i fine serata dei ragazzi in città, che prima di andare a letto condividono un ultimo spuntino: il maritozzo. Il nome a questo dolce deriva dalla tradizione maschile di regalare questo dolce panino farcito alle donne che volevano sposare, da qui l’usanza delle donzelle di chiamare il donatore con l’appellativo di “maritozzo”. Il dolce a forma di panino, dalla consistenza soffice come una nuvola, a Roma viene “spaccato” a metà, quindi aperto orizzontalmente e riempito di panna montata. Questa versione classica ovviamente è stata “aggiornata” con nuovi tipi di creme e di gusti, ma se vogliamo veramente assaggiare il tipico dolce di strada romano, dobbiamo gustare il maritozzo con della semplice panna.
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