Yezi, il nuovo ristorante asiatico che promette di regalare un’esperienza unica
Ha aperto a Roma Yezi, un nuovo ristorante pan-asiatico che offre un’esperienza culinaria unica, con piatti innovativi e un ambiente raffinato nel cuore[...]
Probabilmente non compariranno tutti i piatti della cucina romana ma elencarli tutti sarebbe praticamente impossibile; quelli che vi proponiamo oggi in questo post sono praticamente gli irrinunciabili, quelli che hanno il passaporto internazionale di romanità e sono conosciuti in tutto il mondo.
Partiamo con l’antipasto, il tipico street-food di Roma, lo snack per eccellenza della capitale, sua maestà il supplì. Onnipresente nelle friggitorie e nelle pizzerie, il concentrato di riso al sugo, ripieno con la mozzarella filante è uno dei cibi di strada più famosi e ghiotti per i romani. Appena fritti so’ speciali, ma attenti a non bruciarvi la lingua!
Uova, guanciale, pecorino romano e pepe. Quattro ingredienti, un piatto iconico, indimenticabile, insito nel dna dei romani: la carbonara. Non esistono varianti all’interno del Grande Raccordo Anulare che siano degne di essere chiamate con questo nome. La sua presenza a tavola è una garanzia. Inimitabile.
La semplicità fatta pasta: due ingredienti facili per un primo piatto essenziale e veloce: cacio e pepe. Pecorino, romano mi raccomando, quello co’ la coccia nera, non esistono altri formaggi per la cucina romana. Pepe nero, una abbondante e generosa spolverata di questa spezia, che darà un profumo inimitabile al vostro piatto. No panna o altre furbate, vietate tassativamente.
Se siete in pausa pranzo allora attenzione, questo paragrafo potrebbe farvi odiare er paninazzo che avete tra le mani per farvi saltare alla prima trattoria. Qui il tipo di pasta non si discute, rigatoni i soli a meritarsi l’accoppiata con la pajata, l’intestino tenue del vitello da latte. Una bella spolverata di pecorino romano e via, lasciate godere il vostro palato.
Un piatto che forse un po’ è stato dimenticato e a cui vengono favoriti i primi più famosi appena nominati, ma gli gnocchi alla romana non sono quelli di patate, ma quelli di semolino cotto nel latte e compattato in piccoli dischi, da far gratinare al forno con burro e parmigiano. Lasciateje fa’ ‘a crosticina, non abbiate paura di bruciarli, sentirete che sinfonia.
Piatto tipico della tradizione giudaico-romana per fare questo piatto vanno fatte alcune scelte oculate: innanzi tutti i carciofi, mi raccomando, i cimaroli, non altri. Tegame da utilizzare rigorosamente in ceramica, altrimenti il carciofo si fa nero; infine, per sprigionare tutta la loro croccantezza, una spruzzata d’acqua fredda quando ancora sono affogati nell’olio. Dopo di che è tutta ‘na musica.
Cominciamo ad andarci giù forte di ignoranza e allora, fagioli in umido con le cotiche ovvero per chi non fosse del settore (cioè, de Roma), la cotenna del prosciutto, proprio perché del maiale non si butta via niente. Contorno? Secondo? Dipende dalle porzioni, resta il fatto che davanti a un piatto di fagioli non ci si può tirare indietro.
Piatto tipico romano e del pranzo di ferragosto, i pomodori col riso rasentano l’epicità della cucina romana. Più sono grandi più riso ci andrà dentro, quindi vanno selezionati solo i più ‘gnoranti per questo piatto. Riso condito come meglio preferite, una volta ripassati in forno sono buoni ovunque, gita fuori porta, al mare o dove volete voi!
Se del maiale non si butta via niente, anche per la mucca non si scherza. La trippa, queste frattaglie fatte in umido nel pomodoro, con un grande soffritto, viene accompagnato con la menta e il pecorino. Un piatto che ora viene servito anche nei locali più quotati ma che anticamente veniva consumato dallo strato popolare della popolazione.
Ancora la mucca e ancora una parte di scarto che veniva consumato dagli strati popolari: la coda alla vaccinara. La parte finale del bovino viene cotta talmente tanto dentro al sugo di pomodoro che una volta messa in bocca la carne, questa si scioglie in bocca: ineguagliabile.
Ormai che l’abbacchio sia l’agnello da latte lo sanno in tutta Italia. Per fare questo piatto vanno utilizzate le costolette del piccolo della pecora che di solito si mangia a Pasqua. Il metodo di cottura è rigorosamente sulla brace e dimenticatevi qualsiasi posata, l’abbacchio se magna co’ ‘e mano!
Dolce che veniva offerto dalle donne al corteggiatore che preferivano sperando che poi le prendessero in moglie, questo dolce ha fatto la storia di Roma: il maritozzo. Il classico è quello ripieno con la panna montata, ma anche tutte le varianti più golose con creme e cioccolate vanno bene uguale!
Ve ne abbiamo elencati dodici, ma se in questa lista non trovate il vostro piatto preferito scriveteci qual è nei commenti!
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