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L’ospedale pediatrico Bambino Gesù è un’eccellenza nel campo di ricerca pediatrica in Europa, si trova a Roma ma è di proprietà di Città del Vaticano. Fondato nel 1869, nell’ultimo anno di vita dello Stato Pontificio, fu tra le prime strutture dedicate ai pazienti in età pediatrica; passato allo Stato italiano dopo la presa di Roma, fu ceduto con i Patti Lateranensi alla Santa Sede la quale lo mantenne come zona extraterritoriale in territorio italiano.
L’Ospedale Bambino Gesù nasce dunque nel 1869, su iniziativa dei duchi Salviati. All’epoca non esisteva una suddivisione per fasce d’età dei pazienti ospedalieri, bambini e adulti venivano accolti negli stessi reparti, e questo andava a inficiare la qualità e l’adeguatezza delle cure che venivano somministrate loro. La duchessa Arabella Fitz–James, moglie del duca Scipione Salviati, fu la principale promotrice della necessità di fondare un ospedale pediatrico e si occupò di organizzare una raccolta fondi, coinvolgendo le più influenti famiglie patrizie di Roma. Per incentivare un’attiva partecipazione alla causa, la duchessa prepara e diffonde un “Programma per la fondazione di un ospedale di fanciulli“, documento nel quale si sottolinea l’impellenza di realizzare uno stabilimento adibito ai soli fanciulli da intitolare al Bambino Gesù. L’ospedale è pensato sul modello dell’Hopital des Enfantes Malades di Parigi, e insieme al programma viene stilato anche un regolamento provvisorio sulla gestione dei piccoli pazienti: vi si precisa che sarebbero stati ammessi esclusivamente fanciulli di entrambi i sessi, nati o domiciliati a Roma, di età non inferiore ai quattro anni e non superiore ai dodici, affetti da malattie mediche e chirurgiche, fatta eccezione per le infermità croniche e contagiose. Papa Pio IX sottoscrive il documento, ancora oggi conservato presso l’archivio storico dell’ospedale, con queste parole: “Dio benedica il buon pensiero, lo consolidi e perfezioni”.
Ottenuta la concessione dal pontefice, il primo nucleo ospedaliero può aprirsi: il 19 marzo 1869 la struttura, allora niente più di una stanza in via delle Zoccolette accanto all’orfanotrofio femminile dei Santi Crescenzio e Crescentino, accoglie le prime pazienti, quattro bambine affette da scrofola, una variante della tubercolosi. A occuparsi della loro degenza sono le suore Figlie della Carità di San Vincenzo de’ Paoli, alle quali è affidata la gestione. Nel giro di un anno vengono aperte una sala medica, affidata al dottor Pio Blasi, e una sala chirurgica diretta dal dottor Alessandro Ceccarelli. Nel luglio del 1870 iniziano i lavori di ristrutturazione di uno stabile sempre sito in via delle Zoccolette per ampliare l’ospedale, presso cui le richieste di ricovero erano in costante crescita. La capienza raggiunse i trentadue letti. Inaugurata il 6 marzo del 1872, la nuova sede aveva una superficie di 400 m² e disponeva di un ampio giardino per i degenti. La disposizione logistica dei locali sanitari era piuttosto all’avanguardia, in quanto prevedeva la separazione dei malati in base alla gravità e alla contagiosità della patologia, e spazi diversi riservati ai pazienti, medici e chirurghi. L’assistenza sanitaria è accompagnata da una giornaliera educazione religiosa, comprendente non solo la celebrazione di messe e rosari, ma anche l’amministrazione dei sacramenti e l’insegnamento del catechismo.
L’elevato numero di bambini affetti da malattie contagiose indusse il Sindaco e il direttore dell’ufficio Sanità di Roma a mettere a disposizione dell’ospedale dei locali nei pressi della chiesa di Sant’Onofrio al Gianicolo. Quando la sistemazione originaria del nosocomio venne dichiarata pericolante a causa delle vicinanza degli argini del Tevere, le nuove camere al Gianicolo costituirono il nucleo di costruzione di una nuova sede del Bambino Gesù. Parte dell’antico convento di Sant’Onofrio venne riconvertito in ospedale su concessione della Giunta comunale e in breve tempo fu in grado di ospitare oltre cinquecento ricoveri. Nel 1924, l’Ospedale viene donato dalla famiglia Salviati a Papa Pio XI.
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