La Fontana della Botticella, il simbolo di un mestiere e di un vecchio porto
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Roma è una città che non smette mai di regalare sorprese e che ad ogni visita permette di scoprire un piccolo tesoro nascosto come ad esempio l’Arco dei Banchi, un passaggio dall’atmosfera magica e misteriosa.
L’Arco dei Banchi è una strada che collega l’attuale via del Banco di Santo Spirito con la via Paola. In epoca rinascimentale questa era una strada davvero importante, nella quale venivano svolte le attività finanziarie di Roma.
In questa stradina viveva il banchiere più famoso di tutta Roma, Agostino Chigi, che allestiva un banchetto sotto l’arcata e gestiva tutte le finanze di Roma. Concedeva prestiti, regolava i conti ed aveva accanto alla via una grande villa che era ricca di tesori, ori, tessuti e che aveva una cisterna in cui i clienti potevano rinfrescarsi mentre attendevano di parlare con lui.
Agostino era stato particolarmente importante per la società romana. Era il tesoriere della Chiesa, aveva relazioni commerciali con tutta l’Europa e aveva controllato le spese delle guerre dei Borgia, dell’esilio della famiglia Medici e le spese del papa Leone X.
Il suo banco poi si trovava vicino a San Pietro e l’arcata era una delle tre vie che collegavano la piazza e la via di Santo Spirito, di conseguenza tutta l’economia girava principalmente in quella zona.
L’Arco dei Banchi era quindi una via tanto importante quanto martoriata nel periodo dei saccheggi in modo particolare in quello del 1526. Gli invasori sapevano bene dove si trovassero le ricchezze romane, di conseguenza andavano sempre a colpire per primo il quartiere dei banchi, privandolo totalmente dei propri tesori.
L’Arco dei Banchi è quindi un passaggio ricco di storia e mistero. Al suo interno si trova una lapide che ricorda la più antica alluvione della storia romana, avvenuta il 7 novembre 1277. Questa inizialmente si trovava nella facciata della chiesa medievale dei Santi Celso e Giuliano, ma a seguito di una ricostruzione della struttura, era stata spostata dove si trova ora.
L’alluvione che aveva colpito la zona era stata devastante ma anche inevitabile in quanto la via di Santo Spirito si trovava attaccato alla riva del Tevere. Non vi erano ancora delle piazze o delle mura a proteggere la zona da eventuali inondazioni e vi era soltanto un ponte a fare da tramite, l’Elio, un antico ponte romano.
Di conseguenza nell’Arco dei Banchi c’erano tutte le condizioni per poter realizzare una catastrofe che poi sarebbe andata a finire nella storia. Nella lapide viene infatti riportato il ricordo dell’alluvione, che viene visto come un momento terribile in cui il Tevere tanto amato dai romani era diventato letale ed aveva portato con sé fango ed acqua torbida.
L’Arco dei Banchi conserva poi un’atmosfera mistica ed a tratti di pace, regalata dall’immagine di una Madonna che si trova nel cuore della via.
Dai tempi passati questo era l’unico punto dell’arco ad essere illuminato e di conseguenza l’immagine della Madonna era un riferimento per tutti i visitatori ed i pellegrini che si dirigevano verso il Vaticano.
Il quadro appartiene al 1800 ma prima di questo vi era una statua che poi però venne spostata ed infine persa.
A dare un tocco di pace all’ambiente è poi un soffitto che colorato di blu rappresenta un cielo stellato e che lascia il visitatore con il naso all’insù ed il fiato sospeso.
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