La Fontana della Botticella, il simbolo di un mestiere e di un vecchio porto
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Ciampino e Fiumicino sono i nomi delle due aree di Roma dove hanno sede gli aeroporti che servono la capitale, tappa e scalo di migliaia di turisti ogni giorno. Più sconosciuta è però la storia di un terzo aeroporto romano, quello situato nella zona di Centocelle. Vediamo insieme di cosa si tratta!
Oggi sede di un’installazione militare del ministero della difesa, intitolata all’asso dell’aviazione Francesco Baracca, l’ex Aeroporto militare di Centocelle si trova lungo via Casilina, nel territorio del quartiere Don Bosco e del V Municipio. Attualmente non più utilizzato per attività di volo, gran parte dell’area è stata restituita dall’Aeronautica Militare al Comune di Roma, che qui ha istituito il Parco archeologico di Centocelle agli inizi degli anni Duemila. La periferia sud-orientale di Roma fu scelta come sede del primo aeroporto italiano poiché era qui che, a partire dal 15 aprile 1909, Wilbur Wright andò a dare una serie di dimostrazioni del Flyer, il primo velivolo a motore più pesante dell’aria che abbia mai volato, messo a punto insieme a suo fratello Orville nel 1903. In seguito, Wilbur instaurò di fatto la prima scuola di volo in Italia: il primo pilota italiano formatosi sulla scorta delle lezioni dell’inventore e ingegnere britannico, l’ufficiale della Regia Marina Mario Calderara, successivamente divenne l’istruttore della prima schiera di piloti italiani.
In breve tempo, quello che era nato come un semplice campo di aviazione si trasformò in un vero e proprio aeroporto. Proprio su questo aeroporto il 4 novembre 1923 venne consegnata la bandiera di guerra all’allora Regia Aeronautica, a pochi mesi dalla sua fondazione come arma autonoma. La bandiera venne custodita presso l’aeroporto fino all’ottobre del 1931, data di inaugurazione del Palazzo dell’Aeronautica, che si trova a ridosso della Città Universitaria e la Stazione Termini, ed è sede del Ministero dell’Aeronautica. Negli anni Trenta l’area periferica di Centocelle assisté a un processo di urbanizzazione rapidissimo, avviato per andare incontro alla richiesta di personale dell’aeroporto, che era allora al raggiungimento del picco massimo delle attività da esso espletate. Contemporaneamente alla funzione di aeroscalo e di campo di esercitazione per aviatori, iniziò sin dal 1909 ad essere attiva anche la stazione meteorologica di Roma Centocelle, che avrebbe proseguito la sua funzione di assistenza alla navigazione aerea ininterrottamente fino all’8 settembre del 1943, prima di essere chiusa a causa degli eventi bellici. La stazione meteorologica venne riaperta il 15 maggio 1945, una volta usciti dal conflitto, e continuò a svolgere le sue funzioni di assistenza alla navigazione aerea e di osservazione e raccolta dei dati meteorologici fino al settembre 1965.
Durante la seconda guerra mondiale, l’aeroporto di Centocelle rivestì un ruolo fondamentale nello scacchiere operativo dell’asse italo-tedesco, e per questo l’area intera fu oggetto di numerosi bombardamenti alleati. Nel febbraio 1944, subito dopo lo sbarco degli alleati ad Anzio, l’aeroporto divenne la base delle squadriglie della Luftwaffe 1.Staffel e 2.Staffel, che da Centocelle attaccavano unità alleate rifugiate nel Lazio meridionale. A seguito della fine del conflitto mondiale si assistette a un periodo di decadenza che portò al progressivo allontanamento dalla zona di Centocelle delle attività aviatorie. Concomitante al declino dell’attività aeroportuale, cominciò a metà anni Cinquanta un periodo di speculazione edilizia e costruzione selvaggia che snaturò il quartiere di Centocelle, così come accadde per gran parte della allora periferia di Roma. Fino agli anni Settanta, l’aeroporto ospitò ancora reparti di volo e dal 1999 vi ha avuto sede il Comando della squadra aerea dell’A.M., fino all’11 aprile 2014.
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