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Dominato dal Castello Savelli, il borgo di Palombara Sabina ha una pianta tipicamente medievale, un museo naturalistico e un cartellone ricco di eventi legati alla tradizione.
Palombara Sabina ha antiche origini e corrisponde alla città di Cameria. Nelle campagne limitrofe sono stati ritrovati alcuni fossili, tra cui quello di un Elephas, custodito presso il Museo Paleontologico dell’Università di Roma La Sapienza. Nell’VIII secolo il centro era chiamato Palumba a causa della presenza dell’allevamento di colombi. Nell’ultima fase del Medioevo è stato di dominio dell’Abbazia di Farfa e poi della famiglia Savelli che vendettero poi il borgo ai Borghese nel 1600 che ne divennero duchi.
Il borgo risale all’epoca dell’incastellamento, intorno all’anno mille, con la costruzione della torre di guardia del castello che era di ben otto piani. Le vie si intrecciano a spirale, consentono di respirare l’aria medievale, con le case che sono originarie dell’inizio della fondazione nella maggior parte dei casi. Nel centro storico si trova anche il castello Savelli Torlonia edificato dai Crescenzi Ottaviani e che oggi ospita un Museo naturalistico oltre all’esposizione permanente di sculture romane in marmo che sono state rinvenute nei dintorni.
Palombara è celebre per la produzione dell’olio d’oliva sabina (DOP) e delle ciliegie, tra cui la Ravenna, conosciuta anche come la cerasa del Papa in quanto nel XIII secolo, quando i palombaresi regalarono un cesto di queste ciliegie a papa Onorio IV Savelli e lui fu talmente contento di assaggiarle che chiese ai palombaresi di riceverne ancora in dono ogni anno, come primizia. Dal 1933 a giugno si svolge la sagra delle cerase con una sfilata di carri allegorici e con le ciliegie protagoniste anche dell’addobbo.
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