Alla scoperta dei dintorni di Scalo San Lorenzo
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Ostia cambia nome e a comunicarlo è il comune, ma la vicenda appare tutt’altro che semplice!
Ostia, uno dei litorali più gettonati della capitale, procedendo verso sud, cambia nome e a comunicarlo è la giunta comunale. Il decimo municipio di Roma – perché, ricordiamocelo, Ostia fa parte di Roma – ha deciso di rinnovare il proprio toponimo e lo fa dando a tutti la possibilità di scegliere fra cinque diverse alternative. Peccato che, fra la mano di opzioni, manchi proprio “Ostia”, come a dire “o cambiamo o cambiamo, senza ma e senza forse“. La lista, pubblicata in un post Facebook da un consigliere, chiede ai residenti di scegliere, attraverso un sondaggio online, fra: Roma Mediterranea, Roma Mare, Roma Marittima, Lido di Roma e Roma Litorale. Ai cittadini di Ostia, insomma, l’ardua sentenza! Ovviamente, non sono mancate le dispute e i commenti a sfavore: nell’immaginario di tutti già slegare un luogo dal proprio nome non è cosa semplice, pensate se ad essere protagonista di una decisione simile è l’iconica Ostia! Come un secchio di acqua gelata (speriamo non salata, almeno!) in faccia però, questa è la direttiva. Perciò, stessa spiaggia, stesso mare, ma cambio nome!
Ma perché Ostia cambia nome? La domanda sorge spontanea, e non solo a chi vive in quel posto. Molto spesso, certi spazi diventano set di ricordi indelebili, per ognuno, anche se si è stati lì solo una mezza giornata. E certo Ostia non è da meno, visto l’insieme di racconti e storie, ad essa legate: le battute su certi modi di fare dei suoi abitanti, la celebre rivalità con Fregene e quel suo fascino crudo, talmente evidente da legarla a Suburra. Senza contare, poi, l’etimologia della parola Ostia: decidere di cambiargli denominazione equivale, in qualche modo, a rompere con la storia antica responsabile di quel termine. Ostia, infatti, plurale di “ostium” ossia “foce” o in alternativa “porta, entrata”, derivava dalla costruzione dell’insediamento originale nel IV secolo a.C. alla foce del fiume Tevere. Non a caso, proprio qui fu costruito uno dei primi porti di Roma, tra l’altro ancora visibile negli scavi archeologici della città. Ci siete mai stati?
E, tuttavia, probabilmente, proprio il vissuto di questo spazio marittimo, inficiato da qualche storiella non esattamente definibile “carina” è il motivo reale di questo cambio nome e, insieme, di prospettiva. Tranquilli, il mare sarà lo stesso, la spiaggia uguale e persino qualche ragazza “co la bira” in mano ché “sta a fa’ la schiuma“: l’unico neo sarà riuscire i primi i tempi a ricordarsi il nuovo nome! A volte, ciò che più spaventa dei cambiamenti è la perdita del vecchio terreno sotto i piedi, la possibilità che, dentro quel terreno, si sotterrino, insieme alla denominazione, anche tutte le esperienze costruite in quei luoghi. Ma il timore di lasciar andare, viziato da questa subdola dinamica, può essere gestito: nei nostri cuori Ostia rimarrà per sempre “Ostia” e nulla cambierà davvero, se non sulle Carte d’identità e sulla mappa. Quindi, forza e coraggio! D’altra parte, notando i nomi, l’intento è di stringerla ancora di più alla storia della città eterna, e anche se può sembrare, al momento, una misera consolazione, in realtà l’intento risponde diretto ad una delle affermazioni peggiori che fanno sul vostro conto: “vabbè ma sei de Ostia, mica de Roma!“.
Buona scelta!
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