“Narciso, la fotografia allo specchio”, una mostra che riflette sul concetto del doppio
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Uno tra i primi imperatori romani, l’ultimo appartenente alla dinastia Giulio-Claudia; diciamo che Nerone, sia in vita che dopo la sua morte non ha goduto di molta popolarità. I suoi eccessi sono risaputi e l’idea che sia stato lui ad appiccare il fuoco a Roma purtroppo non è molto peregrina. Il suo cuore però è ancora oggi conservato nella Capitale, in un posto molto particolare, sotto gli occhi di tutti, anzi, sotto le scarpe di tutti, scopriamo dove.
Che c’entra mo Piazza San Pietro co’ er core de Nerone? C’entra, c’entra, perché anche se siete degli abitudinari del rione Borgo, vi sfidiamo a dire se l’avete mai visto…no? E lo sapevamo! Questo perché bisogna sapere bene dove cercare e noi stiamo qui apposta per farvi scoprire ‘ste chicche su Roma nostra. Vi starete già immaginando una teca di vetro, protetta da raggi laser e antifurti di ultima generazione per conservare e mantenere un gioiello di archeologia medica simile; una sala dei Palazzi Vaticani magari completamente dedicata a lui e invece no. Su er core de Nerone chissà quante vorte c’avete camminato sopra e nun ve ne sete accorti, perché la parte più intima dell’antico imperatore romano è incastonata tra i sampietrini di Piazza San Pietro.
Proprio così. Tra le migliaia di sampietrini che compongono il selciato della piazza della basilica, ce n’è uno proprio a forma del cuore dell’imperatore. Più precisamente è situato sul lato sinistro, guardando la facciata di San Pietro, all’interno della pavimentazione della rosa dei venti. Quanti turisti e fedeli proprio ora staranno camminando sopra al cuore del povero imperatore? Ovviamente che sia effettivamente il muscolo cardiaco di Nerone è solo una leggenda e a scoprirlo furono dei ragazzi di Borgo che molti anni fa, giocando a pallone all’interno della piazza, notarono ‘sto sercio a forma de core e gli diedero il nome di core de Nerone.
Ma quella appena raccontata non è l’unica leggenda esistente su questo particolare sampietrino a forma di cuore, ce ne sono altre che narrano che questo invece sia il muscolo cardiaco di altre personalità importanti che vissero a Roma, soprattutto artisti. Una di queste vuole che quel sampietrino sia un cuore scolpito da Michelangelo, che fu architetto della Basilica e affrescò la cappella Sistina. L’artista fiorentino lo realizzò per ricordare un amore sfortunato avvenuto nelle sue parentesi di vita a Roma. Un’altra vuole che invece a scolpire questo sampietrino sia stato il Bernini, che invece nella città pontificia trascorse quasi la sua intera carriera. Anche qui come al solito c’entra l’amore e il fatto che l’artista di origine napoletano nella sua vita non sia mai riuscito a trovare la donna giusta.
Ancora un’altra storia vuole che a scolpire questa pietra fu una moglie, per ricordare il marito che fu ingiustamente condannato alla pena capitale. Infine l’ultima leggenda intorno a questo famoso sampietrino lega Roma alle grandi vicende storiche accadute nella città. Poco prima della caduta della famosa Repubblica Romana, il 2 luglio del 1849 Garibaldi tenne a Piazza San Pietro, il suo ultimo discorso ai suoi fedelissimi:
“Io esco da Roma: chi vuol continuare la guerra contro lo straniero, venga con me… non prometto paghe, non ozi molli. Acqua e pane quando se ne avrà”
Proprio ascoltate queste parole, un soldato triste e deluso della fine di quell’esperienza repubblicana scolpì questo sampietrino.
Ogni leggenda che avvolge il racconto riguardo questo sampietrino è inevitabilmente una storia strappalacrime – come potrebbe non esserlo in fondo – e voi l’avete mai visto questo sampietrino?
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