Ve la ricordate la serie cartoon “Rebibbia quarantine” firmata Zerocalcare? Per molti è stata l’appuntamento settimanale improrogabile del primo lockdown. Che il fumettista, per questo periodo, abbia in serbo qualcos’altro?
Zerocalcare e “l’apocalisse più lenta che c’hanno mai raccontato”
Michele Rech, in arte Zerocalcare, torna a grande richiesta con un nuovo video. Il fumettista romano, dopo averci accompagnato durante tutto il primo lockdown di marzo 2020, con un divertentissimo episodio a settimana della serie Rebibbia quarantine, scrive e disegna un nuovo cartone. Lo presenta ancora una volta nel programma televisivo La7 Propaganda live, in onda in prima serata ogni venerdì sera. E tuttavia, spiega, stavolta è diverso. Diverso è il contesto, seppur simile nelle condizioni, e diverse sono le sue parole a proposito di questo “nuovo” momento storico (lockdown con un altro nome? O zona rossa “fate ‘n po’ come ve pare” non specificata?). Una situazione non facile da spiegare e che, anzi, si rivela ad ognuno piena di interrogativi. Così, anche la sua posizione stavolta è differente. Vuoi per quella stanchezza, soprattutto mentale, di cui tutti ormai ci sentiamo parte; vuoi per quel sentimento di frustrazione generale; o vuoi per l’attuale babele di decisioni attuate dal governo Draghi. In particolare, durante la proiezione una domanda riecheggia su tutte: che si stava meglio quando si stava peggio? Insomma, le odierne soluzioni al panorama pandemico, un limbo confuso di restrizioni e strategie comunicative, non sembrano addirittura peggio delle precedenti? «È un’apocalisse», commenta nel cartone, «la più lenta che c’abbiano mai raccontato», ma nessuno ha il coraggio di dirlo, altrimenti non si spiega! Per questo motivo, nel post Facebook di descrizione al nuovo video, specifica: «Ciao questo è un breve video esplicativo del perché non ricomincerò a fare i cartoni settimanali sulla quarantena; spoiler per chi non se lo vòle guarda: […] per fortuna ho scoperto che non è vero che te ammazzano la famiglia e te levano i diritti civili se a volte stai zitto e non dici la tua»
«Ma come fai a fa’ ‘n cartone se ‘n ce capisci più ‘n c* (“niente”) e ormai te stai a abbioccà perché sto firm è sempre uguale?»
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