La Chiesa di San Giuseppe dei Falegnami e la storia della sua confraternita
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Ultimi 15 giorni di vita per i sampietrini di via Nazionale, la storica pavimentazione infatti verrà rimossa tra due settimane per lasciare spazio al moderno asfalto, decisione funzionale, voi siete d’accordo?
Si sapeva già da tempo dei lavori di rifacimento del manto stradale in via Nazionale, ma ora che arriva la data definitiva un po’ ci si stringe il cuore. L’antipasto è stato la rimozione dei sampietrini da via IV Novembre, la parte finale di Via Nazionale che la collega a Piazza Venezia e ora tocca al lungo viale che sfiora il colle del Viminale.
“Nei prossimi mesi riqualificheremo via Nazionale – diceva qualche tempo fa la Sindaca Virginia Raggi -, rimuovendo i sampietrini, una superficie non più adatta al transito degli autobus e degli scooter, e realizzando anche una nuova pista ciclabile”.
E da ‘na parte c’ha raggione ‘a Sindaca, ormai i sampietrini erano diventati pericolosi per le moto, visto che quanno piove sembra de sta sopra ‘na pista de pattinaggio, rumorosi e amplificatori di vibrazioni per gli autobus, che balleno ‘a cuccaracha ogni vorta che ce passeno sopra. Insomma erano scomodi per tutti, ma quanto era bello vedere via Nazionale piena di sampietrini?
Eh si, è proprio così, come si potrebbe immaginare Roma senza sampietrini? Proviamo solo a pensare a Piazza San Pietro, Piazza Navona, il centro storico, Trastevere! Il sampietrino non è solo una pavimentazione come un’altra, ma si può dire che metà bellezza di Roma, la fa proprio er sampietrino. Pure er core dell’imperatore Nerone sta incastonato dentro a ‘n sampietrino, figuramose! Scomodo per i tacchi delle donne e per i nuovi mezzi a motore, ma voi mette che ce se fanno meno buche? Lo volemo dì questo? Manco a dì che Roma nostra ‘sto probblema nun ce l’avesse! Certo quando un sampietrino esce dalla sua sede naturale so’ guai, perché si forma una buca bella grande, ma prima che se caccia, ce vo’!
Così cambia la storia di Via Nazionale, la prima grande arteria della Città Eterna, costruita non appena Roma fu conquistata e fatta Capitale. Questa voleva collegare la stazione Termini, la più importante della città, con il centro operativo politico e dirigenziale della Nazione, via del Corso. Così politici e uomini d’affari potevano in pochi minuti raggiungere il centro, come succede anche oggi. Un’area che negli ultimi decenni del 1800 non era così urbanizzata e che venne riempiendosi proprio in quegli anni, con la costruzione di vari edifici importanti come il Palazzo delle Esposizioni, il Teatro Eliseo, il Palazzo Koch, diventato sede poi della Banca d’Italia. Poi arrivarono anche le abitazioni residenziali, gli hotel, i ristoranti e la prima chiesa non cattolica di Roma, San Paolo dentro le Mura. Il Quirinale e il Viminale a due passi danno a questa zona di Roma un’importanza storica e politica incredibile. Tra pochi giorni dunque questa via comincerà la sua trasformazione con una ventina di operai circa che rimuoverà sasso dopo sasso, sampietrino dopo sampietrino questa storica pavimentazione, sostituendolo con il più liscio e delicato asfalto, per la gioia del traffico di Roma. Per i nostalgici però ci sarà ancora spazio, infatti ai lati della strada sembra che rimarranno i sampietrini, proprio a ricordare l’antica pavimentazione di via Nazionale.
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