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Il 10 gennaio del 1863 fu inaugurata a Londra quella che da quel momento in poi divenne il simbolo di una città, il mezzo di trasporto per antonomasia del ‘900, la bandiera di ogni futura metropoli mondiale: la metropolitana.
402 km di lunghezza, 382 stazioni della metro con più di 3 milioni di passeggeri al giorno. Questi sono i numeri della metro di Londra, che il 10 gennaio del 1863 compiva il suo viaggio inaugurale. Si stima che un treno della Underground londinese, percorra ogni anno circa 123 mila km, ovvero tre volte il giro della Terra. Dagli inglesi è stata da sempre soprannominata The Tube, il Tubo per le sue gallerie di sezione circolare che si incrociano, si biforcano e si uniscono dando vita a ben 11 linee, identificate con diversi colori. Queste linee ferroviarie connettono il centro della City con la sua periferia, arrivando praticamente ovunque si voglia. Iconico è il suo logo, il cerchio rosso con una barra blu con scritto Underground, chiamata dagli inglesi The Roundel. Il simbolo per eccellenza della metro londinese è però la sua mappa schematica, disegnata negli anni ’30 da Harry Beck. Le mappe più antiche erano difficili da leggere, perché riportavano le stazioni nel loro esatto posto geografico, creando confusione nel centro e spesso omettendo le stazioni periferiche perché troppo lontane. Così, sacrificando la geografia Beck riportò in maniera schematica tutte le stazioni della metro di Londra, dando vita a quello che oggi gli inglesi chiamano The Tube Map.
Molto più giovane della collega inglese, la metro di Roma è la seconda per estensione in Italia (i primi sono i nostri cugini milanesi), con circa 60 km di lunghezza e le sue 74 stazioni. Le tre diverse linee ferroviarie sono contraddistinte ognuna con un colore differente e una lettera alfabetica: la A arancione, la B blu e la C verde. Il primo tratto di metro romana fu inaugurata nel 1955 e portava dalla stazione di Roma Termini fino all’EUR nel corso degli anni poi questa linea venne ampliata e solamente nel 1990 terminò il tracciato da Termini a Rebibbia. Circa 30 anni fa, il 12 febbraio del 1980 fu inaugurata la linea A della metro romana e solo nel 2014 si è celebrata la nascita dell’ultima arrivata, la metro C, che ad oggi termina la sua corsa a San Giovanni. I lavori però continuano, per dare vita a nuove stazioni a Piazza Venezia, Fori Imperiali e San Pietro.
Ma Roma si sa, è ‘na metropoli ‘n espansione e allora progetta, traccia, sogna nuove linee metro. La prima è la D, che dovrebbe prendere il colore giallo e collegare il centro con i quartieri settentrionali di Salario e Monte Sacro e con quelli meridionali di Trastevere, Ostiense, Portuense ed EUR. Nel 2019 poi il comune di Roma ha previsto la trasformazione delle ferrovie suburbane che collegano Roma al mare e al versante nord della città in linee metropolitane. Così facendo, nascerebbero dunque altre tre linee, la E di colore celeste che si snoderebbe tra Piramide e Ostia, la F, viola, tra Flaminio e Montebello e infine l’ultima, la G, ancora senza colore perché in stato embrionale, che collegherebbe Termini al secondo campus universitario della Capitale, quello di Tor Vergata, ricalcando per il primo tratto il servizio attuale che arriva fino a Centocelle. Per questa tratta sono stati già stanziati 200 miliardi di euro, i lavori dovrebbero iniziare nel 2022 e finire nel 2024, sarà vero?
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