"Ciaone", un "ciao" poco amichevole
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A Roma si dice in questo modo e in altre regioni in un altro, ma alla fine il significato è per tutti lo stesso. Tu però sai cosa vuol dire?
È nato a Roma diversi secoli fa, ma con il tempo tutta l’Italia lo ha conosciuto, tanto che oggi è più che normale sentirlo dire in giro. A differenza di come si potrebbe pensare, è però soltanto a Roma e nel Lazio che “troppi galli a cantá non se fa mai giorno” viene pronunciato in questo modo. Ogni regione ha infatti il suo.
A Firenze per esempio con “troppi cuochi guastano la cucina” s’intende la stessa cosa e così. A Napoli invece si usa un modo di dire più simile a quello romano, ovvero “troppi galli a cantá nun schiara mai juorno“.
Nonostante ogni regione abbia una propria versione del modo di dire, il significato è per tutte queste lo stesso.
In modo metaforico il detto intende dire che è difficile portare a termine una cosa se troppe persone vi si mettono in mezzo. In questo modo è infatti complicato finire ciò che si stava facendo e dare appunto ascolto alle singole voci, ma proprio perché queste sono troppe. Per questo si dice che “troppi galli a cantá non se fa mai giorno”.
Oggi il modo di dire è conosciuto in tutta Italia, ma pare che le sue origini siano molto più antiche di quanto possa sembrare.
Alcune fonti storiche riportano la nascita di questo detto ai tempi degli antichi romani. Nell’opera “Via di Dione” di Cornelio Nepote viene per esempio riportata una frase molto simile al detto che conosciamo oggi, ovvero “Non potest beni geri respublica multorum imperio“, in italiano “lo stato non si può governare bene se molti hanno il potere. Probabilmente è questa che nasce l’attuale modo di dire.
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