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Ebbene sì, nella nostra Roma, nella Capitale, è successo anche questo. Durante il periodo barocco infatti, intorno al 1600, ad una fontana, oggi conosciuta come la Fontana della Zuppiera o della Terrina, venne messo un coperchio, il motivo? Scopriamolo nell’articolo!
Tra le tante bellezze che sicuramente troviamo all’interno della nostra Capitale romana, non possiamo non parlare delle fontane che abbelliscono quasi tutte le piazze di Roma. Anzi ce ne sono talmente tante che si potrebbe quasi dire che a ogni piazza ne corrisponde una e certe volte anche di più! Come nel caso di Piazza Navona, dove ce ne sono ben tre, di cui una realizzata da uno degli artisti più importanti e rinomati del barocco romano e europeo, Bernini. In questa piazza si era soliti addirittura chiudere i tombini per creare un vero e proprio lago all’interno di Roma per dare refrigerio ai suoi cittadini durante le afosi estate capitoline. D’altronde, con la grande abbondanza d’acqua presente nella capitale, con tutti i suoi acquedotti, necessari a rifornire una delle città più grandi dell’antichità, non si poteva che costruire fontane su fontane. Una di queste che ha una storia anche abbastanza particolare è quella che venne poi soprannominata della Zuppiera o della Terrina.
Questa fontana venne progettata da Giacomo della Porta, nel 1590 su incarico di Papa Gregorio XIII Boncompagni. Inizialmente la fontana era composta solo da una vasca ovale e il luogo a cui era stata destinata era la nota piazza romana di Campo de’ Fiori, in cui si svolgeva ogni giorno il mercato della frutta e dei fiori appunto. Questa fontana veniva utilizzata per sciacquare e rinfrescare le merci del mercato, ma a fine giornata, anche come grande pattumiera dove lasciare e abbandonare le cose invendute o andate a male. Nonostante i vari papi imponessero, multe, punizioni anche corporali a chiunque lasciasse l’immondizia al suo interno, questa cattiva abitudine da parte dei romani non si placò. Fu così che si corse ai ripari in un modo assai originale. Nel 1622 infatti, vista la continua brutta abitudine dei romani si decise di coprire con un coperchio la fontana, facendo uscire l’acqua da dei buchi fatti appositamente nella parte inferiore della vasca. In questo modo, la fontana assunse la forma di una terrina, che ancora oggi possiamo vedere in Piazza della Chiesa Nuova, vicino al campanile invisibile di Borromini.
La Fontana della Zuppiera dunque rimase per circa tre secoli nella sua collocazione originale a Campo de’ Fiori, quando venne tolta per fare spazio alla statua del filosofo Giordano Bruno. Questo pezzo della storia di Roma non venne subito inserito in una nuova piazza, proprio perché nella capitale, le fontane sono ovunque! Per circa trent’anni, dal 1889, anno in cui venne inaugurata la statua del filosofo eretico – che venne posizionata a mo’ di sfida con lo sguardo rivolto verso il Vaticano -, la fontana venne lasciata all’interno dei magazzini del comune di Roma. Solamente nel 1924 infatti, la fontana della Zuppiera venne recuperata e collocata nella Piazza della Chiesa Nuova, per poter essere di nuovo ammirata da tutti. Curioso il fatto che in seguito, una copia senza coperchio di questa fontana è stata posizionata di nuovo all’interno di Campo de’ Fiori, come a restituire ai romani un pezzo della loro storia passata. Un particolare che oggi è quasi invisibile a causa della erosione avvenuta sul marmo, è l’incisione presente sul coperchio della fontana, fatto dall’anonimo restauratore del coperchio: “Ama dio e non fallire, fa del bene e lassa dire”. Un detto che è entrato poi nel numeroso computo dei proverbi romani e che testimonia, come sempre, il carattere tipico degli abitanti della capitale ovvero quella superbia bonacciona e popolare di chi non ha niente da nascondere!
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