Roma è una città davvero grande, che contiene al suo interno tanti piccoli quartieri ma che sono visti come delle regioni, poichè ognuno di questi ha la propria origine, tradizione e stemma. Ma quanti sono in totale? E perchè si chiamano così? Scopriamolo insieme.
Un puzzle diviso in 22 tasselli
Siamo abituati a conoscere Roma come una grande ed unica città, ma in realtà questa si divide in tante piccole parti, che un tempo venivano chiamate “regiones”. Ognuna di queste ha la propria origine, tradizione ed uno stemma che la caratterizza. Tanti piccoli frammenti di un unico puzzle che oggi vengono chiamati rioni. Questi si formano in epoca medievale ma vengono ufficializzati quando Roma diventa la Capitale d’Italia. Inizialmente 15 sono le particelle in cui la città viene divisa, ma negli anni diventano 22. Ognuna di queste veniva inizialmente controllata da un caporione che aveva a disposizione delle guardie, che avevano il compito di garantire l’ordine e la sicurezza in ogni rione.
Il primo e l’ultimo rione: il Monti ed il Prati
Prima del Medioevo la città di Roma era suddivisa in 4 grandi regioni; la Suburana, che conteneva il colle Celio, l’Esquilina che invece racchiude l’Esquilino, la Collina che ha in sé il Viminale e Quirinale e la Palatina, che ha la Velia ed il Palatino. Queste sono le prime forme di rione alle quali però negli anni se ne aggiungono delle altre per poi arrivare al numero attuale.
Oggi il primo rione è quello de’ Monti. Il suo nome deriva dal fatto che questo contiene 4 dei 7 colli romani. All’inizio questo era uno dei quartieri più poveri della città, nel quale vivevano le prostitute, gli assassini ed i ladri. La parte alta però aveva una splendida vista, per questo motivo i romani più ricchi vi costruivano le proprie ville. Anche lo stesso Cesare ci ha costruito la casa e la zona oggi è una delle più interessanti di Roma. Oggi infatti il quartiere dei ladri prende il nome di quartiere degli hipster, perché è ricco di gallerie d’arte, negozietti artigianali e vinarie.
L’ultimo rione è invece l’affascinante Prati. È l’unico punto a trovarsi fuori dalle mura della città, perché è stato urbanizzato solamente nel 1800. Nacque come proprietà della moglie di Domiziano, Domizia ed inizialmente era costituito solamente da vigne e canneti, per questo motivo veniva chiamato così. Nel Medioevo invece prese il nome di Prati di San Pietro, perché davanti a sé si trova la Basilica di San Pietro. All’interno del rione invece vi è il Castel Sant’Angelo che simboleggia il rione stesso ed il Palazzo di Giustizia, chiamato dai romani “Palazzaccio“, perché ha uno stile barocco, quasi pacchiano e per la gente è ridicolo.
Ogni rione ha il proprio segno distintivo
Ogni rione di Roma ha al suo interno una particolare caratteristica che lo contraddistingue e che da il nome al quartiere. Ad esempio il Testaccio è costituito da un monte di 35 metri di cocci e detriti, che viene chiamato Testaccio e che rende la zona unica nel suo genere. Testaccio è poi il fulcro della movida romana, con i suoi locali e ristoranti. Racchiude quindi il cuore della vita notturna di Roma, esattamente come il rione Trastevere, il cui nome indica che si trova per l’appunto al di là del Tevere. Il suo stemma rappresenta un leone, perché si dice che ai tempi antichi, vi fosse un leone in gabbia all’ingresso del quartiere.
Il rione Ponte invece era caratterizzato dalla presenza del Ponte Sant’Angelo, che poi però è stato inserito nel rione Borgo, l’unico ad avere il nome dalle origini inglesi. Ponte era caratteristico perché un tempo veniva attraversato da una processione di gente vestita in nero che conduceva i condannati a morte verso Ponte Sant’Angelo. Borgo invece deriva dall’inglese “Burg”, che indica un piccolo villaggio circondato dalle mura. È un punto nel quale vivevano molti studenti inglesi e stava sotto il regno di papa Sisto V. Oggi racchiude in sé la parte sacra di Roma; Castel Sant’Angelo e la Basilica di San Pietro.
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