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Per anni ci è stato detta e raccontata la storia che la festa delle donne si festeggia l’8 marzo a causa di un incendio in una fabbrica di New York in cui morirono numerose donne, in realtà però non è così! E poi perché si regalano le mimose?
Ebbene sì, amici di Roma.com, sfatiamo anche un altro mito. La festa o meglio ancora la Giornata internazionale dei diritti delle donne, non si festeggia l’8 marzo in ricordo di un tragico incidente avvenuto a New York. Le sue origini sono comunque lontane nel tempo e risalgono ai primi anni del ‘900, ma paradossalmente affondano le proprie radici dall’altra parte dell’oceano, proprio qui, nell’estremo orientale del continente europeo. Già dai primi anni del XX secolo infatti, i movimenti a favore dell’emancipazione femminile, che avevano come principale scopo allora il diritto al voto, si diffusero in tutta Europa. L’episodio che invece fece istituire questo giorno è legato a una manifestazione a San Pietroburgo nel 1917. Numerose donne infatti, proprio l’8 marzo di quell’anno si radunarono nella città Russa per chiedere allo Zar la fine della guerra. Il sovrano russo, invece di ascoltare la voce del suo popolo, inviò l’esercito, per reprimere la manifestazione. Questo tentativo però fu inutile, perché i soldati non intervennero contro le donne. Alcuni dicono che quello fu il momento iniziale di rivolta della popolazione russa che portò alla cacciata dello Zar con la Rivoluzione d’ottobre del 1917. Da quel momento in poi si diffuse in tutta Europa questa data, in Italia questa festa in favore dei diritti delle donne si festeggiò per la prima volta nel 1922.
L’evento drammatico della fabbrica andata a fuoco che si è sempre accomunato con la celebrazione della Giornata della Donna, è poi in realtà un episodio accaduto realmente a New York, ma al contrario della bufala che raccontava di un incendio scoppiato l’8 marzo 1908 nella fabbrica Cottons, il vero incidente accadde il 25 marzo del 1911, nella fabbrica Triangle sempre nella città della Grande Mela. In quel giorno morirono 146 persone (123 donne e 23 uomini), per la maggior parte giovani immigrati italiani ed ebrei. una data e un evento che quindi noi italiani dovremmo continuare a celebrare e a onorare, visto che molti dei nostri compatrioti morirono in quel tragico incidente, ma che dobbiamo far attenzione a non confondere con la Giornata della donna.
Regalare la mimosa in quest’occasione è una pratica e un costume tipicamente nostro, italiano. Infatti in nessun altro paese si regalano mazzi di questa pianta che fiorisce proprio tra fine febbraio e inizi marzo. La origini della mimosa, tra le altre cose, non sono nemmeno europee, questa pianta infatti fu importata nel XIX secolo direttamente dall’Australia, acclimatandosi fin da subito nel nostro paese. Il simbolo fu scelto nel 1946 dall’UDI, l’Unione Donne Italiane, proprio perché la mimosa rappresentava un fiore solare, pieno di luce, delicato in apparenza ma forte e tenace, proprio come le donne. Nel linguaggio dei fiori però la mimosa ha anche altri significati simbolici, i suoi fiori gialli infatti evocano amori segreti, ma anche sicurezza, autonomia, sensibilità e libertà, tutti valori che fanno parte del bagaglio di una donna.
L’istituzione della giornata della donna ha sempre voluto portare l’attenzione del mondo sui diritti che il gentil sesso, reclamava e reclama tutt’ora all’interno della società; a inizio ‘900 le principali recriminazioni erano l’indipendenza e il diritto di voto alle donne; negli anni ’70 ci sono state le grandi battaglie per l’equiparazione dei diritti, l’aborto e il divorzio. Negli ultimi anni il grande problema che attanaglia la nostra società è il numero sempre molto alto dei femminicidi, ma anche la retribuzione non equa tra uomo e donna, che ancora sembra non essere arrivata, il tema delle violenze sessuali e molti altri sottotemi allo stesso modo importanti, che fanno capire come ancora la donna all’interno della nostra società non abbia raggiunto una sostanziale equità con la sua controparte.
Per tutto questo tantissimi auguri alle donne romane e non che seguono Roma.com!
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