Piazza Trilussa, cosa la rende così particolare e suggestiva
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Continua la rubrica GRA Turismo e questa volta vi facciamo scoprire un luogo ricco di arte ed al tempo stesso immerso nel tufo, la Tiburtina.
L’uscita 13 del grande raccordo anulare è la Tiburtina, una strada che un tempo era un’antica via consolare che collegava Roma con l’attuale Tivoli, un tempo conosciuta come Tibur.
Questa inizia dalla Porta Tiburtina, conosciuta anche come Porta San Lorenzo che costituisce l’ingresso delle Mura Aureliane. La loro porta viene costruita sotto Augusto molto prima della nascita delle mura, in un punto in cui si incrociavano 3 acquedotti; l’Aqua Tepula, l’Aqua Marcia ed Aqua Iulia. È qui che prende quindi vita la Tiburtina ed anche il punto di separazione dalla strada Collatina.
L’arcata negli anni subisce varie ristrutturazioni ed oggi ha due entrate; una interna ed una esterna. La prima è quella appartenente all’età repubblicana e si trova nella parte interna. La seconda invece viene edificata sotto di Onorio, si trova all’esterno e rinforza le mura che la racchiudono. Sopra di questa ci sono poi cinque finestre che illuminano il suo passaggio e le torri. L’entrata di questa enorme porta crea quindi un simpatico gioco ingannevole, e sembra di attraversare due portali totalmente diversi.
A pochi chilometri dall’uscita della Tiburtina si trova poi il cimitero più famoso di tutta Roma, il Verano. Questo è un luogo di sepoltura che esiste da oltre 23 secoli e che un tempo era una necropoli romana.
Viene ricostruito poi nel 1835 durante l’Impero napoleonico ma negli anni del dopoguerra subisce una totale ristrutturazione a causa dei bombardamenti che avevano colpito la struttura.
Oggi il cimitero non è soltanto un luogo in cui le anime possono riposare nella pace ma è anche una piccola galleria d’arte che attira l’attenzione di diverse persone. Qui sono sepolti i più grandi volti del cinema romano e non solo. Giacciono ad esempio i poeti Trilussa ed Ungaretti, insieme ad altri nomi celebri come il politico Andreotti, Nino Manfredi, Alberto Sordi e Vittorio Gassman, dei pilastri del cinema e del teatro.
Percorrere il cimitero è come attraversare davvero un piccolo museo. Si passa dall’ingresso principale dove si trovano 4 enorme statue che simboleggiano il silenzio, la preghiera, la speranza ed infine la riflessione sulla morte. Si arriva poi al Quadriportico ed al Pincetto. Al loro interno si trova poi una schiera di alte mura in tufo appartenenti al 1870, nelle quali sono dipinti tantissimi ritratti funerari ad opera di Severini.
Il Verano è poi una fusione di stili architettonici che vanno dal neoclassico al liberty, dal futurismo al realismo che rendono la struttura un piccolo Père-Lachaise, all’interno del quale le anime possono riposare in un sonno profondo mentre i viventi possono godersi un giro in una struttura tanto macabra quanto affascinante dall’immenso patrimonio culturale.
La Tiburtina durante il suo lungo percorso attraversa poi la frazione di Settecamini, che si trova a pochi passi di un ricco centro archeologico tutto da visitare. Questo è stato scoperto negli anni ’50 e si trova in un punto che in passato collegava la strada con l’Etruria.
L’area oggi si divide in due parti, in mezzo alle quali si trova un centro urbanizzato. Ad occidente è stata ritrovata una parte dell’antica Tiburtina insieme ai resti di una stazione di posta. Tra questi poi sono stati ritrovati diversi mosaici che però non sono in ottime condizioni. Procedendo più avanti sono state anche trovate delle rovine della chiesa paleocristiana di Santa Sinforosa.
Ad oriente invece sono stati ritrovati dei suburbi di Roma dell’età imperiale, insieme ad una serie di sepolcri. Infine sono stati ritrovati i resti di alcune case e locande o quanto meno delle pareti di queste.
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