La Chiesa di San Giuseppe dei Falegnami e la storia della sua confraternita
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Continua la rubrica GRA Turismo, che questa volta vi porta alla scoperta della via Casilina, una strada che collega Roma alla Campania attraversando una serie di monumenti romani.
La Casilina è una strada che percorre circa 200 chilometri e che si trova all’uscita 18 del Grande Raccordo Anulare. Questa collega Roma a Casilinum, l’antico porto della città Capua, oggi nota come Santa Maria Capua Vetere. La via un tempo si collegava anche alla Labicana nei pressi di Labicum, e alla via Latina.
Il tracciato di oggi passa attraverso numerosi monumenti dell’antica Roma. Inizia da Porta Maggiore, l’arcata costruita ed inserita all’interno delle Mura Aureliane, e prosegue verso il Mausoleo di Elena.
Questa è una costruzione funeraria nata per seppellire l’Imperatore Costantino che poi però è diventata la tomba di sua madre Elena. Si trova nella zona di Torpignattara, il cui nome nasce proprio a causa del mausoleo. La sua cupola era realizzata con delle pignatte e di conseguenza i romani chiamavano la struttura “torre delle pignatte”.
Effettivamente il mausoleo è una torre, costituita da due cilindri, che vengono messi uno sopra all’altro. Il cilindro inferiore conteneva il sarcofago di Elena che nell’anno 1000 è stato spostato prima nella Basilica di San Giovanni in Laterano e poi ai Musei Vaticani.
La struttura esterna nel tempo ha avuto diverse funzioni. Era nata come mausoleo, ma poi alcuni suoi componenti sono stati tolti ed utilizzati per costruire altri edifici. In età medievale poi è stata usata come fortezza, mentre oggi è diventata un’attrazione turistica che si può visitare insieme alle catacombe dei Santi Marcellino e Pietro, che si trovano lì vicino.
La strada Casilina passa anche attraverso l’area del Pigneto, che si trova nel mezzo di Torpignattara. Un tempo questa era circondata dal verde e dai resti della civiltà romana, ma poi nel 1870 è stata invasa dalla costruzione di palazzi.
Il Pigneto poi durante la seconda guerra mondiale ha avuto un ruolo importante, essendo stata una delle poche zone antifasciste insieme al quartiere San Lorenzo. Successivamente è stata poi il covo delle Brigate Rosse, mentre oggi è il centro della movida degli studenti della Sapienza.
La zona è circondata da alcuni resti della Roma antica, alcuni dei quali risalgono ai tempi di Augusto. Tra questi vi è il Torrione prenestino, un’antica tomba a tumulo di cui però non si conosce il proprietario.
Questo tipo di sepoltura andava molto di moda ai tempi dell’Imperatore Ottaviano, che tra l’altro è stato seppellito insieme alla sua famiglia proprio in questo modo. Dopo la sua morte però la tomba ha perso la sua fama. Oggi infatti ne sono state ritrovate solo 30 per tutta Roma.
Oggi questo torrione è aperto al pubblico mentre sotto la famiglia Ruffini era diventato un’ottima cantina in cui conservare il buon vino. Era giustamente un luogo fresco costituito da un corridoio circondato da delle mura, che si collegava alla cella mortuaria. Un tempo poi la parte esterna e superiore della struttura veniva avvolta dalla terra e restava visibile soltanto l’ingresso, una colonna ed una statua che rappresentava il defunto, che oggi non c’è più.
L’intera via Casilina è poi percorsa dall’Acquedotto Alessandrino, l’ultimo grande acquedotto costruito dai romani. Questo era nato per rifornire le terme dell’Imperatore Nerone e partiva dalla zona Pantano. Oggi le sue arcate sono ancora visibili per alcuni tratti della strada, in modo particolare lungo il Parco Giovanni Palatucci, meglio noto come Tor Tre Teste – Alessandrino.
È un polmone verde che è stato inaugurato nel 2003 e che si divide in più aree, ognuna delle quali corrisponde ad una pianta ad una cosa specifica da vedere, come ad esempio un laghetto, l ‘acquedotto stesso oppure un platano.
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