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Non solo il campanile invisibile, Borromini nella sua vita ha dato alla luce opere straordinari, che nemmeno la genialità e la creatività del suo rivale in arte Bernini avrebbe mai pensato, questa costruzione però, che fa parte del complesso di Sant’Andrea delle Fratte, sembra proprio ballare!
Potrebbe sembrare uno scherzo, ma come, un campanile che balla? Si potrebbe pensare a un riferimento storico a un terremoto accaduto a Roma tempo fa e invece no, il campanile di Sant’Andrea delle Fratte, realizzato da Francesco Borromini balla veramente. Com’è possibile? A causa delle vibrazioni, semplice! Ok facciamo un passo indietro e spieghiamo per bene, in pratica questo campanile su tre ordini, sorretto in primo luogo da colonne corinzie e poi da otto cariatidi, vibra e nemmeno poco, ogni volta che la grande campana suona. Difetto di fabbricazione? Probabilmente no, altrimenti questa struttura non avrebbe retto gli oltre 400 anni di storia che la separano dalla sua costruzione; probabilmente il tutto era calcolato dal grande Francesco Borromini, che a volte risultava essere un po’ introverso, ma nel suo lavoro era veramente geniale. Sull’ultimo ordine poi posto su quattro volute contornate da torce accese, si staglia lo stemma della nobile famiglia romana, i del Bufalo, committente del restauro di questa antica chiesa.
Come ormai avrete capito, quando si parla di uno di questi due scultori è inevitabile parlare anche dell’altro. Bernini e Borromini sono ormai una inscindibile coppia nell’arte barocca. Così in questa chiesa, in cui il progetto di restauro è stato ideato e realizzato proprio da Borromini tra il 1653 e il 1667, ci sono anche due opere del suo rivale Bernini. Due statue di angeli, una con un cartiglio e un’altra con una corona di spine infatti si stagliano all’interno di questa chiesa riccamente decorata. Vi ricordano qualcosa? Probabilmente sì e infatti queste sono le statue originali che dovevano essere poste sui lati di Ponte Sant’Angelo, proprio davanti al Mausoleo di Adriano o Castel Sant’Angelo. La leggenda vuole che Clemente IX, avesse visto queste statue e ne fosse stato rapito dalla loro bellezza, probabilmente in preda a quella che oggi si chiama sindrome di Stendhal. Così prese la decisione di proteggere questi due angeli, mettendoli al riparo all’interno della Chiesa di Sant’Andrea delle Fratte; sul ponte oggi infatti ci sono le copie. La vera storia però sembrerebbe essere meno romantica, infatti il Papa pare si fosse impossessato di queste statue, togliendole senza pensarci due volte alla loro destinazione originaria su Ponte Sant’Angelo. Fu poi il figlio di Bernini, che riacquistò queste opere d’arte e le donò alla chiesa di Sant’Andrea delle Fratte.
Questa chiesa, oltre ad essere famosa per il campanile ballerino di Borromini e per le due statue di Bernini, è celebre nelle cronache romane per essere stata anche il luogo di un miracolo e di una conversione. Si racconta infatti che il 20 gennaio del 1842 un ebreo, entrato in chiesa per curiosità e passeggiando al suo interno, ad un certo punto vide una grande luce provenire dalla terza cappella a sinistra; avvicinandosi per capire cosa stesse succedendo si rese conto di essere al cospetto di un vero e proprio miracolo. Sull’altare della cappella infatti vide apparire la Vergine Immacolata avvolta da una grande luce. Dopo poco tempo l’uomo, folgorato dalla visione avuta, si convertì al cristianesimo e il luogo in cui avvenne l’evento soprannaturale venne rinominato la Cappella della Madonna del Miracolo.
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