Turisti Nella Capitale: Sindrome di Stendhal
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Per molti anni, il punto geodetico piazzato sopra la torre di Monte Mario è stato per l’Italia il punto di riferimento per la costruzione e il tracciamento di ogni carta geografica; scopriamo in quali zone della Capitale passa!
La costruzione della torretta su cui venne piazzato il punto geodetico più importante d’Italia, venne iniziata nel 1870, dopo che per anni, in tutta Europa si discuteva e ci si confrontava sul modo migliore per misurare e raffigurare il mondo sulle cartine geografiche. A quel tempo, a Roma, c’era ancora il Papa Re, Pio IX, che stava per ricevere il benservito dal Regno d’Italia, che di lì a poco conquistò Roma e la proclamò sua Capitale. Ufficialmente infatti, lo Stato Pontificio, non era entrato nelle commissioni internazionali addette alla misura, proprio per la sua situazione politica interna molto altalenante; diede però la propria disponibilità ad accogliere e a prendere le misure necessarie a questo lavoro. A occuparsi di questo ambito fu Padre Angelo Secchi, che invitato negli incontri internazionali, si rivelò molto più che un privato osservatore, stupendo anche i più esperti, dai quali successivamente venne invitato ufficialmente.
Per le misurazioni necessarie a questo meridiano Padre Sacchi mise a disposizione alcuni dei punti geodetici, che il Vaticano aveva fatto porre su alcune delle alture di Roma; una di queste era la croce che sovrastava Er Cuppolone. Per quanto potesse essere evocativa questa posizione, risultava però molto scomoda dal punto di vista funzionale, proprio per la sua accessibilità non immediata e per i calcoli che proprio per questo motivo, dovevano subire necessariamente delle approssimazioni. Così fu scelta l’altura di Monte Mario, dove nel maggio del 1870 iniziò la costruzione della torre. Il tutto fu interrotto proprio a causa della conquista di Roma da parte del Regno d’Italia, che subito però si adoperò per terminare il progetto. Nel 1871 i lavori finirono, ma la torre non ebbe vita pacifica per molto tempo. Dopo pochi anni venne infatti abbattuta per fare spazio al forte di Monte Mario. Una volta terminata questa costruzione militare, la torretta venne ricostruita nello stesso posto, dato che non era d’intralcio alla struttura. Il piccolo edificio di mattoncini che si erge ancora oggi su Monte Mario, è ancora quello della fine del 1800, priva però di alcuna rilevanza geografica, in quanto i nuovi sistemi satellitari hanno cambiato il modo di misurare e raffigurare le carte geografiche. Nonostante il sistema di riferimento internazionale adottato anche dall’Italia, poneva quello di Greenwich come il meridiano dal grado 0, in Italia ancora a lungo si continuò ad utilizzare il Meridiano di Roma, come il punto di riferimento per la costruzione di carte geografiche e per le misurazioni.
Il Meridiano di Roma, che oggi è spostato rispetto a Greenwich di 12° 27′ 08,400″, entra in Italia dall’Austria, passa vicino a Burano, piccola perla della laguna di Venezia, attraversa il Delta del Po e il fiume Rubicone, tanto caro al nostro Giulio Cesare. Scendendo lungo la penisola passa vicino Perugia, scende vicino Sacrofano e arriva finalmente a Roma. Nella Capitale ovviamente passa su Monte Mario, attraversa via Trionfale e giunge presso er Cuppolone; da qui esce dalla parte della stazione Vaticana, dov’è presente la linea ferroviaria internazionale più breve del mondo. Continua il suo viaggio attraversando il parco di Villa Doria Pamphilj, attraversa il Tevere e infine anche il Meridiano partecipa al traffico da paura che ogni volta si crea allo svincolo del Grande Raccordo Anulare con la Pontina, sarà mica colpa sua? Uscendo dai confine della Capitale passa poi vicino al lido di Torvaianica, fino ad arrivare a Marsala in Sicilia, sfiorando l’isola di Lampedusa. Bel viaggetto eh_
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