Roma al metro, linea C: la fermata che ti porta in Oriente
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Forse non avete mai sentito parlare, ma a Roma c’è uno dei musei più strani al mondo. Ma anche il più emozionante. Come si chiama e dove si trova?
(Fonte: Asl Roma 1)
A Roma esiste un museo stranissimo. Probabilmente non avete mai sentito parlare, ma si trova in P.za di Santa Maria della Pietà, al civico 5. Nato con l’intento di sensibilizzare sul paradigma salute/malattia, il museo prende il nome di Museo Laboratorio della Mente. A volerlo la ASL Roma 1, con lo scopo di documentare la storia dei manicomi e di riflettere sull’alterità, l’inclusione sociale, la politica delle cure, e delle culture, e il coinvolgimento della comunità.
(Fonte: Asl Roma 1)
Il confine tra la definizione di malato e quella di sano è sempre stato un tema dibattuto dagli studiosi, diventando persino trama di film e testi letterari. Non ultimo, il capolavoro Qualcuno volò sul nido del cuculo, con Jack Nicholson. Dov’è che inizia la psicosi? Quando si può affermare con certezza che una nevrosi sia considerabile malattia? Sono stati davvero utili i manicomi? Quali erano le malattie psichiatriche più comuni? Questi e tanti altri i quesiti a cui l’esposizione museale cerca di dare risposta.
Aperto nel 2000 e inserito nell’Organizzazione Museale Regionale Lazio, nel 2008 il percorso si arricchisce grazie alla collaborazione con lo Studio Azzurro. Nell’ex manicomio di Roma di Santa Maria della Pietà, l’allestimento diventa allora immersivo per lo spettatore, interattivo e multimediale. Coinvolge il visitatore che vive una continua oscillazione tra gli elementi reali e quelli puramente virtuali. Il pubblico partecipa attivamente alla messa in scena, a quello che vede, toccando con mano e da vicino una circostanza che oggi è fortunatamente lontana da noi. Anche grazie alla Legge Basaglia del 1978 che per la prima volta portò la questione, relativa all’utilizzo del manicomi, in parlamento.
(Fonte: Artwort)
«Questa è la chiave: portare le persone in una densità esperienziale in cui la condizione di visitatori si trasforma lentamente in un’inconsapevole interpretazione degli stadi della follia, delle sue posture, dei suoi ossessivi comportamenti», riporta lo Studio Azzurro sul sito ufficiale del museo.
Ovviamente, tutto il percorso espositivo, che vede coinvolto il VI padiglione dell’ex manicomio, si configura come un sistema MAB.
Per MAB si intende che, all’interno di questo museo, operano contemporaneamente i professionisti della salute mentale e quelli addetti agli archivi, alle biblioteche e ai musei. La visita è composta infatti di modalità innovative, integrate dal patrimonio della Biblioteca Scientifica Alberto Cencelli e dell’Archivio Storico, con documenti, file audiovisivi piuttosto commoventi e fonti orali dell’ex manicomio. Accanto alla collezione scientifica, con dispositivi medici e manufatti antichi, anche opere di arte irregolare. Vi segnaliamo, soprattutto, nel cortile della struttura i meravigliosi murales.
(Fonte: vistanet)
Nel 2010, infine, il Museo, diretto dalla UOSD Laboratorio museo della Mente, ha ricevuto il Premio ICOM ITALIA Museo dell’Anno, nella sezione rapporti col pubblico.
Un’ultima notizia: attualmente, il museo è in fase di ristrutturazione e ampliamento, quindi è chiuso al pubblico, ma vi basta seguire i loro canali web e social per gli aggiornamenti.
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