Carmentalia, un’antica celebrazione di sapienza e profezia
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Come abbiamo già scritto in altri articoli sui gladiatori, quella della lotta all’interno delle arene non era una lotta tra due normalissime persone, ma tra due atleti educati a combattere secondo un’arte vera e propria, scopriamola!
Non tutti potevano diventare gladiatori, sia chiaro. La maggior parte di loro infatti erano schiavi, prigionieri di guerra, ma anche qui, non tutti potevano combattere nelle arene. Per esercitare questo mestiere infatti – sì perché stiamo parlando proprio di un lavoro a tutti gli effetti – si doveva essere robusti, agili, forti, veloci, insomma bisognava avere tutte quelle caratteristiche peculiari per essere un buon lottatore. Non solo schiavi e prigionieri però potevano diventare gladiatori, c’era anche chi, da uomo libero, sceglieva di diventare un lottatore professionista. L’entrata però nelle palestre in cui si formavano i gladiatori – che a Roma si chiamavano ludi – , poneva delle condizioni sociali durissime per chi era un uomo libero: si perdeva infatti la cittadinanza e non si aveva più il diritto di scegliere che fare della propria vita. Tutto questo veniva demandato completamente al lanista, il proprietario dei gladiatori. Se si riusciva ad avere una carriera lunga e fortunosa, il lottatore però poteva ricevere come premio la libertà e diventare finalmente un uomo libero.
Alla base di quest’arte marziale ci sono diverse tecniche di combattimento e diverse derivazioni. Infatti da studi archeologici sembrerebbe che il rito della lotta gladiatoria deriverebbe dal popolo degli etruschi. Le pitture sulle tombe e attestazioni artistiche anche su altri reperti archeologici infatti testimoniano lotte che possono ricordare quelle dei gladiatori romani. Per gli etruschi questi combattimenti avevano luogo durante il rito funebre, in cui diversi combattenti dovevano affrontarsi e sostanzialmente salvarsi la pelle! La lotta gladiatoria però derivava anche dalle famose sfide della lotta greca che avvenivano nelle Olimpiadi. È innegabile che una parte delle tecniche utilizzate anche dai gladiatori provenisse da lì.
Alla lotta greca, che negli sport di combattimento moderni potrebbe essere paragonata più ad un wrestling, i romani hanno aggiunto anche altre tecniche che hanno arricchito il ventaglio dei colpi che si potevano mettere a segno. Inoltre, cosa che l’arte della lotta greca non prevedeva a Roma si è aggiunto l’uso delle armi – questo probabilmente di influsso etrusco oppure nato dallo spirito belligerante dei romani. I gladiatori infatti non dovevano essere degli ottimi combattenti solo con le armi, ma dovevano saper attaccarsi e difendersi anche a mani nude. Il combattimento senza armi dei romani dunque assomigliava molto più all’odierno MMA che al pugilato classico ed aveva come unico obiettivo quello di rendere il proprio nemico il più possibile inoffensivo, nel minor tempo possibile.
Il gladiatore poteva colpire il proprio avversario o i propri avversari – visto che poteva combattere anche contro più nemici – con diversi colpi di pugno, i classici diretti o montanti oppure con un pugni che partivano dall’alto e andavano verso il basso o viceversa. Altri colpi consentiti erano le gomitate eseguite sempre attraverso una tecnica ben precisa e due tipologie di calci: quello alla Sparta, per capirsi, ideale per allontanare il nemico o buttarlo a terra e la spazzata, che puntava alle caviglie, come per fare come uno sgambetto all’avversario e buttarlo a terra. Unica protezione che si aveva quando si combatteva a mani nude erano i famosi bracciali di cuoio, che andavano dal polso fino a metà avambraccio. Queste coperture non erano affatto estetiche ma funzionali, in quanto servivano a parare i colpi che il proprio avversario cercava di mettere a segno. Questa parte dell’avambraccio infatti funzionava come scudo per difendersi e quei bracciali di cuoio attutivano di molto il colpo. Il gladiatore poi oltre che a mani nude poteva e doveva saper combattere anche solo con la spada, che se usata bene poteva essere sia un’arma per attaccare che per difendere; poteva diventare lo scudo e l’armatura dei gladiatori, che dovevano in ogni modo continuare a combattere e a vincere la lotta. Infine c’era la lotta con spada e scudo, di cui abbiamo riassunto in quest’altro articolo, i diversi stili di combattimento dei gladiatori.
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