La Festa della polenta e della pizza de polenta, l’appuntamento mangereccio di Valmontone
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Dopo aver entusiasmato gli spettatori del Festival del cinema di Venezia 2020, “Padrenostro”, interpretato dall’attore romano Pierfrancesco Favino, vincitore della Coppa Volpi, regia di Claudio Noce, arriva al cinema! Dal 24 settembre, in tutte le sale cinematografiche, la storia degli anni di piombo e della disordinata Roma anni’70, attraverso gli occhi di un bambino
Roma, le contestazioni degli studenti sessantottini sfociano nella battagla di Valle Giulia; le lotte operaie dell’autunno caldo si fanno sempre più aspre; il clima di tensione è abbastanza spesso da potersi toccare con mano: le ribellioni, le rivendicazioni, le manifestazioni si riversano in piazza, utilizzando la forza. La coscienza politica e la partecipazione, sempre più diffuse, si fanno portavoci, divenendo insieme scopi e mezzi, di tutte le proteste. Gli scontri sovversivi e feroci diventano i protagonisti indiscussi di ogni rivolta e la volontà di cambiamento, la necessità di riconoscimento sembrano soppiantare persino la paura.
È il 12 dicembre del 1969, a Roma arriva la notizia di una bomba scoppiata alla Banca Nazionale dell’Agricoltura di Piazza Fontana, a Milano: il decennio di tensioni e violenza terroristica, dei tristemente noti “anni di piombo“, è cominciato. Gruppi eversivi di destra e sinistra, accompagnati da sigle terroristiche, minacciano le istituzioni repubblicane con attentati, rapimenti, uccisioni. I partiti non comprendono immediatamente la portata di ciò che sta accadendo, ma il livello dei contrasti si sta progressivamente innalzando. Le Brigate Rosse, i drammatici giorni della prigionia e dell’uccisione di Aldo Moro; i sequestri di magistrati e procuratori; le stragi del treno Italicus e di Piazza Loggia, da parte dell’estrema destra.
Il vaso di Pandora è stato scoperchiato e la lotta armata (così verrà chiamata) affianca ormai alle violenze quotidiane, gli omicidi politici.
È il 1976, Valerio (Mattia Garaci) ha soltanto dieci anni e, in mano, l’innocenza e la spensieratezza della fanciullezza, quando assiste, con la madre Gina (Barbara Ronchi), al brutale attentato di suo padre, Alfonso (Pierfrancesco Favino): questo l’incipit di Padrenostro, la storia autobiografica del trauma del regista Claudio Noce che, attraverso la pellicola, ripercorre gli anni del rapimento del padre, il vicequestore Alfonso Noce, da parte dei Nuclei Armati Proletari, durante il quale persero la vita un agente di polizia e un terrorista. Da quel momento, il senso di vulnerabilità segna i sentimenti di tutta la famiglia.
La trasposizione dei tragici eventi e il dramma infantile si muovono di pari passo nel film, si mischiano, si condensano e si alternano in un racconto che racchiude insieme l’elaborazione di uno shock e la realtà di quei tragici anni. Se da un lato ad essere narrata è la storia di una generazione sconvolta, dall’altro si fa luce sul complesso ed intenso rapporto padre-figlio; sulla fragilità, la paura e il percorso di crescita di un bambino.
I dialoghi perfetti, la messa in scena minuziosa, l’ossessione per i dettagli restituiscono in modo fedele il punto di vista di un ragazzino e, più in generale, le vicende e i sentimenti di un’epoca, che forse molti di voi avranno vissuto. Il film è il tentativo di dare un nome a quel timore, a quell’assurdo limbo a cui erano costrette (anche) le famiglie di uomini di Stato e terroristi, continuamente in pericolo di morte; è lo sforzo di dar voce ai sentimenti delle vittime “invisibili” di quegli abusi, come i figli; e di dare spazio all’immaginazione di un bambino, che crede ancora nella possibilità di un mondo migliore. Non manca poi la presenza centrale dell’amicizia, perché proprio nei giorni dell’attentato, Valerio conoscerà Christian, un bambino enigmatico poco più grande di lui, che ha più le sembianze di un Lucignolo, uscito dal nulla delle campagna romane.
Il successo della première del film, in gara per il Leone d’oro alla 77esima edizione del Festival del cinema di Venezia, è stato straordinario. Finita la proiezione, la sala ha applaudito commossa per sette minuti di fila, decretando ampiamente riuscita l’idea di Claudio Noce! Degna di nota, poi la Coppa Volpi per Pierfrancesco Favino, che porta a casa il premio come miglior interprete maschile!
Cosa aspettate ad andarlo a vedere?
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