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San Valentino è morto a Roma, sapete dove? Le storie degli altri Valentini


Il famoso vescovo che ha dato poi vita alla festa degli innamorati, per le sue vicende biografiche e anche per altri motivi legati ad altre feste pagane da sostituire, è stato ucciso quando era ormai molto anziano proprio a Roma, scopriamo dove!

San Valentino, la giornata degli innamorati

Quella di San Valentino è ormai una festa canonica all’interno del nostro calendario, ci prepariamo fin da fine gennaio per poter stupire e passare insieme al nostro partner una giornata differente, magari con un dolce tipico della festa o con uno preparato ad hoc da qualche pasticcere del premio Dolce Roma. Quest’anno sarebbe stato anche un anno perfetto, dato che la festa degli innamorati capita anche di domenica, peccato per il covid, altrimenti un bel weekend, magari in una capitale straniera, in una città d’arte italiana o magari due giorni di relax e passione alle terme, avrebbero reso la festa una vera e propria fuga romantica.

Si fa presto a dire San Valentino, ma quale festeggiamo?

In ogni modo si fa presto a dire festeggiamo San Valentino, ma se andiamo a vedere quanti santi ci sono stati con questo nome, rimarremmo abbastanza attoniti pensando, e mo? Qual è quello ggiusto? Dodici, ben dodici uomini vengono ricordati dalla Chiesa con il nome di Valentino e sono i seguenti

  • San Valentino martire, vescovo di Terni (†273)
  • San Valentino (†305) – martire a Ravenna con Feliciano e Vittorino
  • San Valentino (†305) – martire a Ravenna con Solutore e Vittore
  • San Valentino (†305) – martire con Agricola, Concordio e Navale
  • San Valentino di Treviri (†305) – vescovo di Treviri e martire
  • San Valentino di Viterbo (†305) – presbitero, martire a Viterbo con il diacono Ilario
  • San Valentino di Genova (†307) – vescovo di Genova
  • San Valentino di Strasburgo (IV secolo) – vescovo di Strasburgo
  • San Valentino di Mais (†470) – vescovo missionario in Rezia
  • San Valentino di Segovia (†715) – martire in Spagna con la sorella Engrazia, entrambi santi patroni di Segovia, fratello di San Frutto eremita
  • San Valentino Berrio-Ochoa (†1861) – domenicano, vescovo e vicario apostolico in Vietnam, qui martire con Girolamo Hermosilla
  • San Valentino Martire – compatrono di Calasca e protettore della Milizia Tradizionale di Calasca.

E mo? Pijamo quello che ci ispira de ppiù e lo famo patrono degli innamorati? Diciamo intanto che questo problema non si presenta solo con Valentino, ma con numerosi santi della Chiesa Cattolica, perché in 2000 anni di storia circa, è pure normale, trovà delle persone co’ lo stesso nome! Il santo però, patrono degli innamorati e anche di coloro che soffrono di epilessia è il primo della lista precedente ovvero il vescovo di Terni.

La sua morte a Roma, vicino a un grande ponte sul Tevere

La sua morte, riportata anche dal Martirologio Romano, il libro che determina ogni anno le feste religiose, evidenzia come il vescovo ternano Valentino nel 273, alla veneranda età di 97 anni – che per i primi secoli d. C. era un’età incredibilmente longeva -, veniva decapitato da un centurione romano nei pressi de’ Ponte Mollo, a Ponte Milvio. Forse proprio per questo motivo, per ricordare il luogo della morte di San Valentino, che su questo ponte negli anni 2000 gli innamorati erano soliti attaccare i lucchetti che volevano suggellare l’amore eterno tra loro. Oggi quei lucchetti sono stati rimossi e che fine hanno fatto?

Gli altri Valentini della storia

Purtroppo degli altri Valentini, che sono ricordati dalla chiesa, si sa poco, probabilmente perché il vescovo di Terni ha monopolizzato le storie della memoria, a causa della sua incredibile vicenda! Sta di fatto che dei dodici citati poco fa, oltre alle poche notizie sulla vita solo di San Valentino di Genova e di quello di Mais si sa poco di più. Il primo vissuto intorno al 300 d. C. infatti è ricordato come un protovescovo della sua città, prodigo nell’aiuto di vedove e orfani. Il secondo invece vissuto circa 100 anni più tardi, è stato uno dei primi vescovi della Baviera in Germania e il suo compito da missionario era proprio diffondere la nuova religione tra i popoli barbari.