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“Penso che un giorno così non ritorni mai più, mi dipingevo le mani e la faccia di blu”: questo era l’intro di quel classico della musica italiana che trionfò a Sanremo
Facciamo un salto indietro di 63 anni: era il 1958 e Sanremo, per la prima volta, veniva trasmesso in diretta TV. Due giovani Domenico Modugno e Jonny Dorelli si presentano sul palco con un pezzo inedito. Il titolo è suggestivo, accattivante, ma strano: Nel blu dipinto di blu, chissà cosa vuol dire. Nato dall’intuito, e dalla sinergia a quattro mani fra Modugno e il giovane paroliere Franco Migliacci, il brano supera le preselezioni e accede alla competizione musicale più famosa del Bel paese. Le canzoni in gara sono 20 e l’edizione, ospitata nel Salone delle Feste del Casinò di Sanremo – non ancora all’Ariston, che dovrà attendere il 1977 -, è condotta da Gianni Agus e Fulvia Colombo e presenta un’incredibile novità: verrà trasmessa in Eurovisione a partire dalle 22 del 30 gennaio. Fra i partecipanti, tra l’altro, un giovanissimo Claudio Villa e una bellissima Nilla Pizzi (già vincitrice del primo Festival di Sanremo del 1951, con Grazie dei fiori).
Domenico Modugno gode già di una grande fama, ma forte dei successi musicali ottenuti con Vecchio frac e Lazzarella, e di una cospicua carriera cinematografica, tenta il debutto sul più gettonato palcoscenico della musica italiana. E, d’altra parte, non è nuovo: ha già partecipato, due anni prima, soltanto come autore, lasciando a Gianni Marzocchi l’onore di interpretare Musetto, classificandosi all’ottava posizione. Il numero otto è ricorrente e, a quanto pare, porta bene a Modugno che, stavolta, durante l’ottava edizione del Festival di Sanremo porta a casa, nell’inedita – e pure inconsueta – accoppiata con Dorelli, il primo premio!
(Fonte: Radio Bruno)
Il pubblico è in visibilio e, dalle prime esibizioni, già canticchia l’orecchiabilissima canzone, sintomo di un futuro successo, della cui portata tutti sono ancora ignari. Nel blu dipinto di blu, non verrà mai accatastata, insieme ad altri scheletri musicali, nel dimenticatoio sanremese, ma diventerà di lì a breve un simbolo dell’Italia in tutto il mondo!
Una giuria di 200 elementi, di cui 100 sorteggiati tra il pubblico del casinò e, il resto, attraverso un complicato calcolo, decide ogni sera le dieci finaliste. La coppia Dorelli-Modugno passa senza problemi la selezione. Sarà per il testo sognante, per la mimica dell’interpretazione (ancor oggi imitata) o per la composizione estrosa, ma la loro sembra essere, di comune accordo fra spettatori e critica, la canzone più originale della competizione. Il 1 febbraio del 1958 Nel blu dipinto di blu si qualifica al primo posto; a seguire Nilla Pizzi e Tonina Torrielli con L’edera; e, infine, medaglia di bronzo, con Amare un’altra, a Gino Latilla.
https://www.youtube.com/watch?v=nD8BryVB9d0
Dopo il Festival, la canzone vincitrice riceverà tre Grammy nelle categorie di miglior disco, miglior canzone e miglior interprete dell’anno; arriverà in America e il suo trionfo sarà fuori da ogni possibili previsione. Domenico Modugno verrà soprannominato Mr. Volare e la melodia di Nel blu dipinto di blu conquisterà ogni radio, conservando a lungo, nel ritornello onirico e nel verbo Volare, il suo titolo alternativo. Fra le più celebri cover, talmente numerose da non poter essere menzionate tutte ed eseguite da star internazionali, ricordiamo David Bowie, Frank Sinatra, Frank Zappa, Paul McCartney, Barry White e Ray Charles.
E pensare che, l’idea del ritornello più cantato della storia, vede ancor oggi, rispetto alla sua genesi e alla sua paternità, svariate versioni. Modugno raccontò che gli venne in mente un giorno qualunque, a Roma, osservando con la moglie il cielo azzurro, dalla finestra della loro casa di Piazza Consalvi. Migliacci affermava, invece, che la trovata era stata sua: l’ispirazione gli era venuta osservando un quadro di Marc Chagall, Le coq rouge dans la nuit. E la discussione continuò, perché al dibattito lo stesso Domenico, in seguito, aggiunse ancora un’ulteriore modifica. Ora, secondo la nuova supposizione, era nei pressi di Ponte Milvio che, passeggiando con il paroliere, uno dei due (non si sa chi) aveva pronunciato il verso «Di blu m’ero dipinto». E come se non bastasse, ultimamente, è stato di nuovo Migliacci ha cambiare le carte in tavola: la canzone sarebbe nata dopo un incubo notturno, «nel giorno più nero» della sua vita, quello in cui soffriva «l’iraddidio».
Dubbi, incertezze, o insicurezze sulla sua nascita un fatto è certo: Nel blu dipinto di blu ha fatto la storia, tramandandosi, come una preziosa eredità, di generazione in generazione!
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