Il Passetto di Borgo: il corridoio segreto dei Papi
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La bellezza della Capitale è assolutamente ineguagliabile e tutti i suoi monumenti concorrono a renderla una città unica al mondo. Al di là dei monumenti famosi che l’hanno resa un’icona, cosa sarebbe la città eterna senza queste cinque cose di cui ora vi parleremo?
Così dice il proverbio e c’ha ragione! ‘nfatti ce so voluti più de duemila anni pe’ ave’ na cosa del genere e speramo che mo’ non ce la distruggono! Così tanto tempo per tirarla su, per accudirla, come ’na creatura, per conservarla al meglio possibile, ma ci sono alcune cose che molto più di tutte le altre rendono veramente speciale la città Caput mundi, senza di queste Roma perderebbe sicuramente gran parte della sua bellezza, della sua magnificenza, del suo fascino. Andiamo a scoprirle insieme!

Partiamo dal basso, proprio per far capire che nun semo sognatori, stamo piantati co’ i piedi pe’ terra e noi pe’ terra c’avemo li sampietrini! L’epico blocchetto di roccia scura che tappezza le strade di Roma è stata un’invenzione moderna, con cui i papi cercarono di migliorare la viabilità della capitale. Il sampietrino o sercio, come affettuosamente viene chiamato da noi romani è un’icona della città tanto che er core di Nerone è proprio in una pietra di queste e la fresca notizia della loro rimozione da via Nazionale, in verità, fa stringere un po’ il cuore a tutti i romani, nonostante sia la migliore soluzione per il traffico cittadino.

Se chiudiamo gli occhi per immaginare la linea dell’orizzonte di Roma, i più international direbbero lo skyline, la nostra mente subito produrrebbe due figure inconfondibili, Er Colosseo e Er Cuppolone. Due simboli della romanità, all’interno della stessa città, così vicini, ma allo stesso tempo anche distanti; l’uno simbolo dell’antica Roma, dei giochi circensi, dei gladiatori, dell’impero, l’altro simbolo anch’esso di un impero, ma di tipo spirituale, religioso, cristiano. Nun ce dimenticamo che li drento c’è er Sor Papa! Due simboli dunque del passato, sicuramente, della storia che questa città porta con se e che dureranno finché gli uomini se ne prenderanno cura.


Er biondo, potrebbe essere il suo soprannome (qui abbiamo spiegato il perché di questo nomignolo). Gli antichi romani dedicavano dei giorni di festa al dio Tiber (i Tiberinalia), perché la cesta che ha trasportato i fondatori di questa Città, ha viaggiato proprio sulle sue acque. Il suo corso, che attraversa tutta l’Italia centrale e sfocia nel Mare Nostrum, è stata una grande via di comunicazione e di commercio per i romani, che gli ha permesso di iniziare a vivere sulle sue sponde, di prosperare e di conquistare il mondo.

È la figlia prediletta del Tevere, è la sua perla, il suo fiore all’occhiello. L’isola Tiberina è uno dei nuclei della nascita di Roma. Ancora sono misteriose le sue origini ma la sua bellezza è sotto gli occhi di tutti. Molti gli episodi storici accaduti su questo lembo di terra, a partire dagli antichi romani, fino ai giorni nostri. Oggi è sede dell’ospedale Fatebenefratelli dove solo i romani veraci possono dire di essere nati, un vero privilegio.

Infine tutta la gastronomia romana è sicuramente un elemento caratterizzante della città Caput Mundi. Dal semplice cibo di strada come può essere il supplì alla fantastica varietà di primi come la carbonara, l’amatriciana, la gricia, la cacio e pepe, i rigatoni co la pajata. E i secondi? Cosa sarebbe Roma senza la coda alla vaccinara, la coratella, la trippa, i saltimbocca o l’abbacchio alla scottadito? Oppure di tutti i modi in cui la cucina giudaico-romana utilizza i carciofi! Pure sui dorci, Roma si difende bene e oltre a tutti quelli tipici delle feste di Natale, che ancora ricordiamo e che sicuramente ancora stiamo finendo di consumare, come non fare una menzione d’onore a sua maestà er maritozzo? Morbido, soffice, con la panna montata che ci sporca la punta del naso…
Insomma cosa sarebbe Roma, senza queste 5 cose che la rendono unica?
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