A Fregene il ristorante dove gustare piatti tipici del mondo latino: Casa Carmen
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Se sia più buono il dolce o il salato è una battaglia che da secoli si combatte ovunque, per strada, nei bar, al ristorante e perfino in casa, dove durante le feste, i piatti della tradizione delle diverse cene o pranzi si contendono lo scettro del più buono con i tipici dolci natalizi. Ma a Roma quali sono questi dolci?
Ormai si sono diffusi ovunque, a macchia d’olio, diventando un simbolo nazionale delle vacanze di Natale. I panettoni e i pandori sono sulle tavole di qualsiasi italiano, da Milano a Palermo, da Trento a Sassari, tutta la penisola conosce e si divide tra fazione pandoro e fazione panettone. Anche a Roma dunque, sulle nostre tavole, che quest’anno saranno meno popolose degli altri anni, a causa dell’epidemia Covid, durante le partite a carte, ci saranno questi due dolci tipici polentoni, di diverse marche e diverse case, artigianali o industriali, di pasticceria o qualcuno proverà anche a farlo in casa. In ogni modo il fatto è uno, prima che arrivassero questi dolci dal nord, quali erano le tipiche leccornie romane natalizie?
Le sue origini riescono a farsi risalire addirittura all’antico Impero Romano, dove veniva preparato durante il solstizio d’inverno, proprio per chiedere al dio del sole di tornare a splendere maggiormente sulla terra e donare la primavera. I suoi ingredienti sono molti e sostanzialmente sono un festival di canditi e frutta secca: mandorle, noci, noccille pinoli e poi canditi, uva passa, il miele, il cioccolato e infine la buccia di arancio e limone grattugiato per dare al tutto una fragranza fruttata e fresca. Alla mescolanza di tutti questi ingredienti, finemente tritati o sciolti nel caso del miele, viene aggiunta la farina, una volta raggiunta la consistenza perfetta allora il Pangiallo è pronto per essere messo al forno, quaranta minuti ed eccolo qui, dolce tipico romano, pronto per essere gustato!
Una variante umbra del Pangiallo, ma che prontamente si è diffusa a Roma e nel Lazio è il Pan pepato. Anche qui diciamo che gli ingredienti sono molto simili a quelli utilizzati nel dolce romano, ma al contrario del precedente in questa ricetta fanno la loro comparsa anche la cannella, il pepe nero (si esatto proprio il pepe nero che potrebbe mettere d’accordo gli acerrimi nemici dolce-salato), chiodi di garofano e noce moscata. Una variante sfiziosa della ricetta romana, che potrebbe realizzarsi proprio per dar vita a una competizione su quale tra i due pani sia più buono!
Originariamente, come anche suggerisce l’origine latina del nome, mustaceum, questi dolci erano legati al tempo della vendemmia, perché al loro interno era presente il mosto d’uva, notoriamente dolce. Oggi questo ingrediente non si usa più e nella ricetta di questi biscotti sono presenti: miele, nocciole, farina, albumi d’uovo, il pepe e la cannella. Una volta amalgamati per bene tutti questi ingredienti si procede a stendere l’impasto e a tagliarlo a rombi, dando così la tipica forma del mostacciolo romano per poi cuocerli in forno. Si dice che di questo dolce fu ghiotto anche San Francesco d’Assisi che li conobbe nel suo viaggio a Roma dal Papa, per far approvare la regola del suo nuovo ordine monastico.
Più che natalizio questo dolce a Roma è tipico della festa della Befana del 6 gennaio e in realtà è molto semplice. Gli ingredienti sono tre: miele, noci e alloro. Le foglie della pianta serviranno come piatto e aromatizzante per questo dolce, per il resto basterà mettere il miele sul fuoco, aspettare che cambi colore diventando rossastro e poi aggiungere le noci macinate. Questo preparato va steso su di un piano molto freddo, come il marmo ad esempio o un tagliere bagnato di acqua fredda, a questo punto basterà dargli un’altezza di mezzo centimetro e poco prima che diventi duro, tagliarlo a rombi e metterlo sulle foglie d’alloro a far aromatizzare per qualche giorno. Fatelo intorno al 4 gennaio, quando il 6 andrete a mangiarlo, addà sentì che ve state a magnà.
Infine i tozzetti, biscotti molto simili ai mostaccioli per i loro ingredienti, che però assumono un’altra forma, quella tipica dei cantucci toscani, di cui probabilmente sono parenti. Anche qui, la frutta secca come mandorle, noci e nocciole la fa da padrona, come anche il miele la farina, la buccia d’arancia grattugiata e il pepe. Amalgamati bene tutti gli ingredienti si può procedere a creare un impasto allungato e cuocerlo per un po’ in forno. Prima che si indurisca completamente tiriamo di nuovo fuori il nostro filoncino dolce e cominciamo a tagliarlo dando vita ai classici tozzetti, rimettiamo il tutto in forno e facciamo finire cuocere, dopo di che potrete iniziare a sgranocchiarli senza problemi!
Altro che pandoro e panettone, lecchiamoci i baffi con questi dolci e postate le vostre foto delle ricette realizzate!
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