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Santo Stefano condannato da San Paolo, la storia del primo martire


Sembra incredibile ma a quanto pare è proprio così. Santo Stefano, il primo martire cristiano è stato condannato a morte proprio da colui che negli anni a venire fu il maggior predicatore della nostra religione, San Paolo. altri misteri avvolgono la vita di questo primo martire, come il ritrovamento del suo corpo e il proliferare delle sue reliquie, capiamone qualcosa in più!

Santo Stefano aiutante dei discepoli e primo martire

Santo Stefano è da sempre ricordato come il primo martire cristiano. Questa ricorrenza infatti non è celebrata solo da noi cattolici, ma anche dai protestanti e dagli ortodossi, qualche volta in giornate differenti, ma sempre riconoscendo a questo santo di essere stato il primo a morire per la nuova fede. Stefano infatti fu uno dei primi diaconi scelto dei discepoli per dare una mano nella predicazione della nuova religione. Praticamente un aiutante, che però nel 36 venne ucciso, attraverso lapidazione, proprio per essere uno di coloro che andava annunciando in giro per il mondo la nuova fede, il nuovo messaggio lanciato da Cristo. Di questo santo si sa con certezza la sua data di morte, proprio grazie alla modalità con cui, poraccio, passò ar Creatore; infatti la condanna per lapidazione era una modalità tipica degli ebrei e non dei romani, che invece procedevano attraverso crocifissione, com’era accaduto qualche anno prima con Gesù. Nel 36 infatti in Palestina, si verificò un vuoto di potere romano, poiché il famoso Ponzio Pilato era stato deposto; in quel frangente il potere tornò in mano al Sinedrio ebraico, che riprese ad adottare le sue leggi tra le quali c’era la lapidazione come condanna capitale.

La condanna del Sinedrio e il ruolo di San Paolo

Proprio nelle Sacre Scritture è descritta la modalità con cui Stefano, poi diventato Santo, venne catturato:

Stefano intanto, pieno di grazia e di potenza, faceva grandi prodigi e segni tra il popolo. Allora alcuni della sinagoga detta dei Liberti, dei Cirenei, degli Alessandrini e di quelli della Cilìcia e dell’Asia, si alzarono a discutere con Stefano, ma non riuscivano a resistere alla sapienza e allo Spirito con cui egli parlava. Allora istigarono alcuni perché dicessero: «Lo abbiamo udito pronunciare parole blasfeme contro Mosè e contro Dio». E così sollevarono il popolo, gli anziani e gli scribi, gli piombarono addosso, lo catturarono e lo condussero davanti al sinedrio. Presentarono quindi falsi testimoni, che dissero: «Costui non fa che parlare contro questo luogo santo e contro la Legge. Lo abbiamo infatti udito dichiarare che Gesù, questo Nazareno, distruggerà questo luogo e sovvertirà le usanze che Mosè ci ha tramandato».

È facile immaginare come alla cattura sia seguito un processo farsa e Stefano venne preso seduta stante, portato fuori dalla città e lapidato. Subito dopo si legge anche del coinvolgimento del futuro San Paolo, chiamato Saulo, che presente tra la folla, approvava l’uccisione del diacono Stefano:

«Saulo che era fra coloro che approvarono la sua uccisione»

Santo Stefano, il santo dalle mille reliquie

Il luogo di sepoltura di questo Santo venne tenuto nascosto per moltissimo tempo, centinaia di anni, quando nel 415 venne ritrovato a Gerusalemme. Si racconta che bastava toccare le reliquie di Santo Stefano per far sì che si compissero miracoli. Da lì in poi i pellegrinaggi cominciarono ad essere molti e i Crociati nel XIII sec. decisero bene di trafugare il corpo e portarlo in Europa. Così cominciò il proliferare delle reliquie di Santo Stefano che sembrano sparse in tutto il continente, Venezia, Costantinopoli, Napoli, Besançon, Ravenna, Roma. Basti pensare che nella nostra Capitale si venerava il cranio nella Basilica di San Paolo fuori le mura, un braccio nella Chiesa di Sant’Ivo alla Sapienza, un secondo braccio nella chiesa di San Luigi dei Francesi, addirittura un terzo braccio (addirittura!) nella basilica di Santa Cecilia in Trastevere e  infine il corpo intero nella Basilica di San Lorenzo fuori le mura. Insomma Santo Stefano s’era mortiplicato, 6-7 braccia, frammenti del suo corpo ovunque, ‘n macello! Tutto questo purtroppo a causa del trafugamento del suo corpo e soprattutto dello smembramento, che ha prodotto inevitabilmente dei falsi, che ad oggi è impossibile sfatare.

Una storia avvincente dunque e anche piena di mistero riguardo le sue reliquie e tu la conoscevi?