Caricamento...

Schiaffo di Anagni, quando Papa Bonifacio VIII se prese…’na pizza!

foto di: Immagini prese dal web

No non parliamo della pizza da mangiare o di una sua antenata, parliamo proprio de…’na pizza vera e propria! Infatti intorno al 1303 pare che ad Anagni, una città della Ciociaria, si fosse rifugiato l’allora Papa Bonifacio VIII, che avendo litigato con il Re di Francia, ebbe la peggio, vediamo com’è andata!

Bonifacio VIII e lo schiaffo di Anagni

Sui papi le abbiamo sentite tutte, hanno fatto guerre, crociate, hanno dato la caccia alle streghe, su di loro ci sono perfino profezie che riguardano la fine del mondo, ma mai si poteva immaginare che un papa potesse essere schiaffeggiato! Nel 1303 invece andò proprio così. Il tutto si svolse in una cittadina della Ciociaria, Anagni – detta la città dei Papi perché ha dato i natali a ben quattro pontefici – e il motivo dello schiaffo è da ricercare nella lotta tra il Papa e l’allora Re di Francia, Filippo il Bello. Il tutto girava intorno alla disputa sulla tassazione del clero francese da parte del Re; il papa, da buon protettore della sua categoria, non voleva che questo accadesse, anche perché altrimenti quei sacerdoti non avrebbero potuto pagare le tasse a lui! E allora giù con editti e minacce di invasione da parte del Re e bolle papali con minacce di scomunica da parte del Papa.

La goccia che fece traboccare il vaso…

Il tira e molla, tra i due iniziato nel 1296 continuò per molti anni fino a quando, Filippo il Bello, come si suol dire, sforò, la fece fuori dar vaso. Scoppiata una ribellione in una sua regione, incolpò un vescovo francese e decise di processarlo. Aprite cielo! Bonifacio VIII non poteva permettere che un vescovo venisse giudicato da un tribunale laico! Il Re di Francia giudicava questa un’intromissione negli affari del regno e rilanciò: insieme al vescovo si era deciso di portare anche il Papa a Parigi, per sottoporlo a giudizio! Bonifacio VIII allora, cocciuto e convinto della sua posizione prese la decisione finale: l’8 settembre del 1303, affissa alla porta della Cattedrale di Anagni ci sarebbe stata la scomunica per Filippo il Bello.

La contromossa franzosa

I franzosi non fecero attendere la loro risposta e con alcune truppe già presenti vicino Roma marciarono verso Anagni, si unirono all’esercito messo in campo da Giacomo detto Sciarra Colonna – il quale aveva subito alcune ingiustizie da parte del Pontefice – e presero la città. Il tutto fu molto semplice, le porte di Anagni vennero trovate aperte grazie alla complicità di alcuni abitanti e in un batter d’occhio si ritrovarono all’interno del palazzo papale, faccia a faccia con Bonifacio VIII. A quel punto, dentro quella stanza pare che uno tra Guglielmo di Nogaret (comandante francese) e Sciarra Colonna tirò ‘na vera e propria pizza ar Papa! Ora non è ben chiaro se questo schiaffo fu vero o solo morale, sta di fatto che il Pontefice, il 7 e 8 settembre, fu imprigionta dentro il suo palazzo!

Il colpo di scena degli anagnini

Ma qui il colpo di scena; gli anagnini, forse pentitisi di aver fatto entrare l’esercito francese e dei Colonna in città con così tanta facilità, si unirono e andarono a liberare il Papa, che ridotto alla fame e derubato dei suoi averi dai carcerieri chiese a tutto il popolo un po’ di pane e acqua. Liberato e rifocillato, Bonifacio VIII fu ricondotto a Roma, presso la sua sede naturale, ma dopo un mese esatto, in seguito all’onta subita ad Anagni, morì.

Cattività avignonese

La sua morte e la vittoria nella disputa da parte di Filippo il Bello sul Papa, segnò un momento molto importante nella storia europea poiché determinò la fine della supremazia del potere della chiesa, oltre i propri confini, lasciando quindi il posto al potere temporale dei sovrani sui propri territori. Questa svolta epocale venne sottolineata con lo spostamento della sede papale da Roma ad Avignone, città nel sud della Francia, dal 1309 al 1377, proprio per sottolineare la sottomissione del potere papale a quello francese.
Ma c’è anche un altro “schiaffo di Anagni” nella storia, quello che subì De Sica in Compagni di Scuola, il film di Carlo Verdone del 1988