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Il Museo di Roma in Trastevere ospita la mostra Arctis Tales che raccoglie 50 scatti della fotografa Valentina Tamborra che ci mostrano il legame tra Italia e Norvegia e la vita nelle isole del Mar Glaciale Artico.
Fino al 4 settembre il Museo di Roma in Trastevere ospita la mostra Arctic Tales che raccoglie due reportage fotografici di Valentina Tamborra per un totale di 50 scatti che immortalano l’ambiente e la popolazione umana e animale dell’Artico, parte del mondo ancora non troppo conosciuta. I due itinerari, dal titolo Skrei – Il viaggio e Mi Tular – Io sono il confine, nascono dall’esigenza della fotografa di far scoprire allo spettatore i territori del Nord della Norvegia.
Pur trovandoci in una parte dell’Europa a noi lontana, la mostra ci consente di riflettere su un tema quanto mai attuale, cioè la frontiera analizzata e intesa in vari modi, da quella fisica a quella sociale e culturale. Le immagini toccano anche la questione del cambiamento climatico e del bisogno di sostenibilità incrociandolo con quella del rispetto delle culture e delle tradizioni.
Il curatore della sezione Skrei è Roberto Mutti con la direzione artistica di Giuseppe Creti. Questa parte del percorso visivo prende il nome da un antico termine vichingo che significa viaggiare. Proprio la migrazione è la protagonista di queste istantanee con un filo comune che lega Italia e Norvegia proprio nelle isole Lofoten dove Valentina ha ripreso volti, luoghi e tradizioni di questi abitanti.
Infatti, il viaggio della fotografa inizia nella Biblioteca Apostolica Vaticana di Roma e quindi nella Biblioteca Nazionale Marciana di Venezia, dove sono conservate le testimonianze dell’avventurosa navigazione di Pietro Querini nel 1432, sopravvissuto al naufragio della sua nave, alle isole Lofoten e soccorso dai pescatori locali dai quali apprende i metodi di conservazione del merluzzo, che esporta a Venezia al suo ritorno.
Giuseppe Creti cura invece Mi Tular con foto delle Isole Svalbard nel Mar Glaciale Artico in un lembo di terra abitato da circa 3000 orsi polari e da altrettante persone, dato il clima inospitale per l’uomo con temperature che scendono fino a -30° durante l’inverno. La parola Tular, che in antico etrusco significa Io sono il confine, riporta alla mente il mito dell’Ultima Thule, l’ultima isola al di là del mondo conosciuto.
In questo arcipelago vivono uomini e donne provenienti da circa 40 stati dando vita a un mix pacifico di lingue e culture. Troviamo scienziati, filosofi, chef, minatori e allevatori di cani da slitta.
La mostra è visitabile dal martedì alla domenica ore 10.00-20.00 con l’ultimo ingresso un’ora prima della chiusura. Qui per consultare i biglietti mentre per i possessori della MIC Card l’ingresso al museo e alle mostre è gratuito. La mostra è promossa da Roma Culture – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, Reale Ambasciata di Norvegia a Roma in collaborazione con Norwegian Seafood Council.
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