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Nel sito archeologico di Leptis Magna in Libia si trovano le Terme dei Cacciatori, costruite durante l’Impero di Adriano e meravigliosa testimonianza della presenza romana in questo suggestivo angolo del Mar Mediterraneo
Si trovano nel sito archeologico di Leptis Magna in Libia le Terme di Adriano, complesso realizzato nel II secolo d.C. e utilizzato per quasi tre secoli divenendo uno dei maggiori punti di aggregazione del posto. A spingere l’imperatore a commissionare l’opera furono l’arrivo dell’acqua e l’impiego del marmo nella città africana.
Le terme sono costituite da una serie di ambienti con volte a botte scavati nell’arenaria. Conservano mosaici e affreschi, uno dei quali, situato nel frigidarium e nel quale sono raffigurate scene di caccia ambientate nell’anfiteatro che hanno dato il nome al complesso.
Le terme sono accessibili dalla palestra, dalla quale si passa nel salone d’ingresso, una stanza con il pavimento rivestito da marmi e mosaici in cui si trova una piscina all’aperto circondata da colonne su tre lati.
Una volta superato l’ingresso, ci troviamo davanti il frigidarium, il locale del bagno freddo, tra le opere architettoniche più belle della città. Si tratta di un’enorme stanza con pavimento marmoreo, otto massicce colonne alte quasi 9 metri che sorreggono un soffitto a volta, ornato con mosaici di colore blu e azzurro, di cui oggi però non rimane più nulla. Lungo le pareti si possono notare le nicchie al cui interno erano originariamente collocate 40 statue, alcune delle quali sono oggi conservate nei musei di Leptis e di Tripoli.
A sud del frigidarium si trova il tepidarium, il locale adibito al bagno tiepido e intorno si aprono le stanze del calidarium, la stanza del bagno caldo, orientate verso sud. All’esterno delle pareti meridionali vi erano le fornaci usate per riscaldare l’acqua. Molte delle stanze più piccole invece erano gli apodyteria cioè gli spogliatoi.
Le rovine della città antica, fondata dai Fenici intorno al 1000, si trovano sulle rive del Mar Mediterraneo. Qua nasce l’imperatore Settimo Severo che riunì il sangue cartaginese e quello romano riconciliando due popoli per secoli rivali. Nel plesso infatti sono molti i monumenti che lo celebrano, come l’arco a lui dedicato.
La città vantava uno dei fari più imponenti del Mediterraneo, oggi non più visibile. Templi, il foro adibito al mercato e l’anfiteatro sono altre splendide testimonianze della presenza romana in questo suggestivo angolo della Libia. Dal 1982 è patrimonio dell’Unesco.
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