La storia di Roma ci racconta di una città davvero potente che nei secoli grazie alle sue conquiste è riuscita a formare un Impero. Tuttavia negli anni Roma ha subito anche qualche pesante sconfitta. Vediamo quali sono.
Le prime cocenti sconfitte
Roma è sempre stata una città molto forte, la cui potenza è determinata principalmente dal suo esercito. I primi tempi questo era costituito dai volontari che si offrivano di prestare il proprio servizio per difendere il proprio territorio. Man mano che però l’Impero cresceva, anche il suo esercito diventava sempre più grande ed imbattibile. Le vittorie che le truppe romane portavano alle loro terre erano infatti tantissime e sono queste a renderle gloriose. Tuttavia la storia ci ricorda anche di alcune sconfitte che sono state poche ma davvero pesanti.
La prima risale al 390 A.C. ed è il primo sacco che Roma ha subito nella storia. in quell’anno i Galli Senoni guidati da Brenno, assalirono la città e la distrussero.
Una sconfitta più cocente però è quella delle forche caudine durante la guerra contro i Sanni. Durante il combattimento i romani rimasero intrappolati nelle gole di Cladio, nei pressi di Napoli e furono costretti ad arrendersi. È stato un momento davvero umiliante per i romani, che furono obbligati a passare disarmati, nudi, trainando il giogo dei buoi.
I nemici di Roma; Annibale ed i Visigoti
I nemici più temuti dal popolo romano erano 2; il cartaginese Annibale e le popolazioni germaniche. È con questa gente che l’esercito romano subì delle importanti sconfitte, sulle quali però ottenne poi la sua vendetta.
Nel 216 A.C. nel bel mezzo delle guerre punicheAnnibale aveva percorso tutta la penisola con i suoi elefanti, varcando anche le Alpi e seminando così il panico tra i romani, che vennero duramente sconfitti nelle battaglia di Canne. Oltre 60mila soldati persero la vita nella battaglia, mentre soltanto 6000 Cartaginesi morirono.
Nel 105 A.C. invece i romani persero contro i germani Cimbri e Teutoni a causa delle diatribe che vi erano tra i consoli nonché condottieri delle truppe, Gneo Mancio e Servilio Cepione. Il primo di questi voleva i meriti delle battaglie per sé ed era al tempo stesso invidioso del potere che aveva Cepione. Per questo motivo per prendersi gli onori dell’eventuale vittoria in guerra decide di schierare i suoi uomini tra le legioni del nemico e quelle di Cepione. I Germani però che erano di numero inferiore rispetto alle truppe romane, approfittarono dell’errore di Mancio e spazzarono via le truppe romane. Le leggende narrano che solo 10 uomini sopravvissero al massacro per portare la tragica notizia a Roma.
Le catastrofi Imperiali e Repubblicane
Anche in epoca Repubblicana i romani subirono qualche grande sconfitta. Nel 53 A.C. ad esempio i romani vennero sconfitti a Carre a causa della pessima strategia di Marco Licinio Crasso e persero molti uomini. Nella guerra contro i Parti Crasso mandò le truppe a Carre, in Turchia, con lo scopo di attaccare il campo nemico. Aveva fatto attraversare all’esercito il deserto, che nella marcia si era deperito. Nel frattempo Suneras, il comandante dei Parti aveva nascosto il suo esercito per far fare al nemico la prima mossa.
Crasso aveva quindi preparato le sue legioni all’attacco ma nel frattempo erano spuntati fuori i Parti a cavallo che armati di arco e frecce avevano decimato l’esercito. I romani rimasero inermi davanti a quell’agguato e vennero pesantemente sconfitti. Crasso in quella battaglia perse la sua vita.
Infine in età Imperiale i romani vennero sconfitti dai Visigoti. Nel 318 A.C. il popolo nemico si era ribellato ai romani ed aveva devastato la Tracia, attuale Bulgaria, e si era unito agli Ostrogoti.
In quel momento l’imperatore Valente chiese aiuto al nipote e collega Graziano ma decise poi di affrontare da solo il nemico. La scelta però gli costò la vita e quella del suo esercito. Ad Adrianopoli venne circondato dai Goti ed avvolto da una nube di polvere che gli impedì la vista e che lo fece travolgere dalla fanteria.
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