“Narciso, la fotografia allo specchio”, una mostra che riflette sul concetto del doppio
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Nel luglio del 1900 fu costruito il primo dirigibile della storia ma non tutti sanno che fu acquistato dagli Stati Uniti uno denominato Il Roma, capolavoro di tre ingegneri, ecco la sua vita, tra incidenti e voli incredibili
Il progetto fu sviluppato da Umberto Nobile con la collaborazione di Celestino Usuelli, Eugenio Prassone e Gaetano Arturo Crocco. Il Roma, nel 1921, venne acquistato per 165.000 $ dall’esercito degli Stati Uniti. Nobile introdusse diverse innovazioni per migliorare le prestazioni dei dirigibili semirigidi italiani e consistevano in modifiche ai timoni, che assunsero l’aspetto cruciforme tipico degli Zeppelin e nella travatura reticolare di chiglia. Il telaio reticolare fu esteso lungo tutta la struttura del dirigibile in modo da potervi fissare direttamente i motori. Il numero di motori fu portato a sei, montati a coppie lungo la chiglia. La prima coppia era antistante alla cabina di comando.
La designazione ufficiale era 18-M. Successivamente fu indicato come T-34 poiché la capacità di sollevamento dell’aeronave era all’incirca di 34 tonnellate. Prima di essere disassemblato per essere trasferito via nave negli Stati Uniti, il dirigibile compì diversi voli di prova, principalmente nei dintorni di Roma. In uno di questi voli fu ospite a bordo l’allora ambasciatore statunitense Robert Johnson Underwood; in questa occasione il Roma arrivò a sorvolare Napoli e l’isola di Capri. Il primo volo negli Stati Uniti avvenne il 15 novembre 1921, dalla base di Langley in Virginia. Dopo altri voli di prova, le prestazioni ottenute con i 6 motori Ansaldo vennero ritenute insoddisfacenti. Fu pensato quindi di sostituire i motori originali con i più potenti motori Liberty. Come ulteriore motivazione fu addotta una certa inaffidabilità nei motori Ansaldo.
Il primo volo con la nuova configurazione motoristica avvenne il 21 febbraio 1922, sempre dalla base di Langley. A bordo vi erano 45 persone, compresi alcuni tecnici civili. Durante il volo fu raggiunta la velocità di circa 90 km/h, ma alle 14:19 il muso dell’aeronave collassò. Il danno portò alla perdita del timone di quota, rendendo il Roma ingovernabile e incapace di riprendere quota. In prossimità della base di Norfolk, ormai prossima al suolo, l’aeronave urtò una linea dell’alta tensione. Al contatto con i cavi l’idrogeno prese fuoco causando un’istantanea esplosione. Vi furono solo 11 sopravvissuti, gravemente feriti dal fuoco. Al National Museum of the United States Air Force, presso la base aerea di Wright-Patterson, è tuttora conservato uno dei motori Ansaldo originariamente installati sul dirigibile Roma.
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