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Compitalia, festa dell'Antica Roma dedicata alle divinità degli incroci stradali

foto di: Immagini prese dal web

I Compitalia erano festività dell’Antica Roma in cui erano celebrati i Lares Compitales, divinità protettrici della famiglia e degli incroci stradali, ecco quando è nata e quali erano i riti di questo giorno

Compitalia, l’origine di questa festa romana

L’inizio dell’anno nell’Antica Roma coincideva con la festività dei Compitalia, celebrata in onore dei Lares Compitales, divinità protettrici della famiglia e degli incroci stradali, ai quali venivano elevati dei tempietti proprio in prossimità di un bivio. Secondo le fonti storiche fu istituita da Tarquinio Prisco dopo un miracolo che avvenne il giorno della nascita di Servio Tullio che lo fece passare per il figlio di una divinità alla guardia della famiglia. Proprio quest’ultimo re la celebrava nel suo tempo, come riporta Dionigi di Alicarnasso, con la donazione a ogni casa di dolci di miele, con gli schiavi che in quell’occasione erano esente da ogni impegno nei confronti dei propri padroni.

Compitalia, le figure realizzate dalle famiglie e il periodo di crisi del culto

Durante la celebrazione della festività ogni famiglia appendeva al portone della propria casa una statuetta della dea Mania, figure fabbricate con la lana rappresentanti uomini e donne, accompagnate da richieste e protezioni ai Lari. Le figure che presiedevano la festività erano i Magistri vici, che in quell’occasione indossavano la toga praetexta. Durante il periodo repubblicano alla festività furono aggiunti dei giochi pubblici, poi soppressi per ordine del senato nel 68 a.C., finché non furono riportati in auge dall’imperatore Augusto, rispettoso sostenitore delle tradizioni.

Compitalia e le riforme introdotte dall’imperatore Augusto

Quest’ultimo, in quanto padre della patria, aggiunse il Genius Augusti ai due Lares Compitales e Quinto Orazio Flacco ci dice che l’imperatore lo affiancò nel punto in cui due o più strade si incrociavano, oltre a istituire i Magistri Vicorum in sostituzione del collegio sacerdotale che precedentemente ne attendeva il culto, quattro per ognuno dei 256 distretti in cui era stata divisa l’Urbs.