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Crossover, la mostra dell'artista romano Fantini sull'ibridazione

foto di: Immagini prese dal web

Al Von Buren Contemporary è visitabile la mostra personale di arte contemporanea del pittore romano Fantini dal titolo Crossover con al centro il tema dell’ibridazione

Fantini, l’artista romano e la sua mostra Crossover

Il Von Buren Contemporary di Roma, situato in via Giulia, ospita fino a martedì 11 aprile la mostra di arte contemporanea dell’artista romano Fantini dal titolo Crossover con il testo critico ad opera di Marta Spanò. Dalle sue tele emerge l’interesse evidente per il tema dell’ibridazione, dato che si percepisce a partire dalla scelta dei soggetti che hanno il viso vuoto e misterioso, figure che sembrano fondere in sé diverse età e un’ambiguità di genere da cui emerge un’implicita fluidità. La centralità del rosso dei capelli costituisce fluidità ai soggetti, dato che è un colore che può passare dall’essere freddo all’essere caldo, mutando anche il proprio effetto sullo sguardo e sulla mente dell’osservatore.

Fantini, dall’ibrido al fluido fino al simbolismo

Non solo persone ma anche animali raffigurati con connotati simbolici a fianco di ragazze senza volto. Si nota anche un certo interesse per la moda e i dettagli decorativi, presenti nella stilizzazione delle figure e degli abiti.  L’artista usa tecniche e materiali diversi, metodo che ricorda le contaminazioni tipiche del simbolismo e tutto questo rappresenta un’altra forma di crossover. La sua attenzione per il colore e per le interazioni umane crea un’autenticità che parla direttamente allo spettatore e che gli ha fatto guadagnare attenzione non solo a livello nazionale.

Fantini, la sua carriera in pillole

Nato a Roma nel 1960, Fantini ha avuto una lunga, prolifica e versatile carriera dato che ha spaziato in vari campi. Ha infatti lavorato come ballerino professionista, attore, fotografo, pittore e scultore. Ha passato 14 anni in viaggio e ha vissuto fuori dall’Italia per diversi periodi, con lunghi soggiorni in Asia e in particolare in Tibet, per poi tornare a Roma nel 2000. Con le sue ultime opere Fantini torna ai suoi archetipi: adolescenti senza volto con chiome rosse e soggetti tratti dalla natura, l’assenza dei tratti fisionomici descrive una condizione interiore.