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Di Rosa tra Calvino e Napoli nella mostra Le città invisibili al Pigneto

foto di: Immagini prese dal web

Lo Spazio Urano al Pigneto ospita la mostra personale di Giovanni di Rosa, che in occasione del centenario dalla nascita del noto scrittore Italo Calvino, si interroga sulle relazioni umane con la serie Le città invisibili

Italo Calvino ispira il titolo della mostra di Giovanni di Rosa

Lo Spazio Urano al Pigneto ospita fino al 7 ottobre la mostra personale di Giovanni di Rosa, che in occasione del centenario dalla nascita del noto scrittore Italo Calvino, si interroga sulle dinamiche visive e sociali che si nascondono dietro la città e le sue rappresentazioni con la serie Le città invisibili, con il tramite della pittura ad olio. Nei suoi dipinti l’artista si sofferma sulle numerose relazioni che si possono creare tra lo spazio e le persone, all’interno degli edifici e all’esterno e con la penetrazione psicologica viene messa in evidenza la scarsa interazione in luoghi che la favoriscono, dalle piazze alle chiese fino ai musei.

Un approccio empatico alla pittura e una missione

Nelle sue opere Giovanni di Rosa si pone in un atteggiamento di ascolto, dando vita a un colloquio empatico tra il pittore e i personaggi ritratti, andando a ricercare e recuperare la profondità umana anche nelle vie solitarie di un borgo o nelle strutture architettoniche della città. In tal senso la sua proposta artistica vuole contribuire ad aumentare la consapevolezza di quanto sia importante una pianificazione urbana attenta a valorizzare le bellezze di un luogo e ad assecondare le esigenze della comunità.

Uno stile pittorico unico, tra pennellate veloci ed emotività

Dal punto di vista stilistico Giovanni di Rosa si caratterizza per un tratto rapido e incisivo con cui realizza le sue tele, allo stesso tempo senza trascurare i particolari. Pennellate veloci che sgretolano le forme, eliminano i contorni delle figure ma che, malgrado questo, mettono in risalto l’emotività e l’impeto di chi è rappresentato, allineandosi alle rappresentazioni popolari e alle tematiche sociali che sono state proprie della grande stagione della pittura napoletana di metà Ottocento. La mostra è visitabile su appuntamento, tramite telefono o email.