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Food Age, il valore del cibo nel presente in mostra alla Galleria Nazionale

foto di: Immagini prese dal web

Food Age. Food as Influencer è la mostra che ospita la Galleria Nazionale con protagonista il cibo in un percorso espositivo che sottolinea la sua importanza a livello relazionale e riflessivo, come un pervasivo condizionatore del presente

Food Age. Food as Influencer, il significato della mostra della Galleria Nazionale

La Galleria Nazionale ospita fino al 28 maggio la mostra Food Age. Food as Influencer, a cura di Martí Guixé e Inga Knölke. Elemento quotidiano, il cibo è l’oggetto con cui abbiamo di più a che fare durante la nostra esistenza e in questo percorso espositivo lo mettono in scena e, attraverso una lettura subliminale, lo mostrano al pubblico da un punto di vista inedito. Il cibo diventa non solo il prodotto di funzioni nutritive o esperienziali ma anche un importante modello relazionale e di riflessione. Un pervasivo influencer che può arrivare a rimodellare attivamente il presente, divenendo così, per il nostro futuro, un campo di sperimentazione progettuale.

Food Age. Food as Influencer, pitture morte e il video di Marina Abramovic

La mostra è visitabile dalle ore 09 alle 19 dal martedì alla domenica con l’ultimo ingresso 45 minuti prima della chiusura. 100 circa le opere esposte, tra cui una cospicua selezione di nature morte provenienti dalle collezioni della Galleria Nazionale di artisti del calibro di Giorgio Morandi, Felice Casorati, Emilio Vedova e molti altri. I presenti potranno ammirare anche il video della performance The Onion di Marina Abramović, opere fotografiche oltre a dipinti e sculture legate al cibo o pezzi artistici realizzati con materiale commestibile, come la Chocolate Nose Bar (2000) di Paul McCarthy.

Food Age. Food as Influencer, i vari modi in cui è rielaborato in campo artistico il cibo

Il tema del cibo è rielaborato in molti modi, dai disegni iconografici di Enzo Mari all’alterazione del pane con la vernice bianca di Piero Manzoni per solidificarlo in scultura o nella scatola Quality Street dell’edizione di Antje Dorn, dove modelli formalmente incompiuti di barrette alimentari costruiscono frasi non testuali. La serie Bioplastic Fantastic di Johanna Schmeer, nata con l’intento di sollevare domande sul futuro dell’alimentazione e sulle applicazioni della biotecnologia che potrebbero entrare a far parte della nostra vita quotidiana, mostra oggetti realizzati con bioplastiche potenziate da enzimi.