La carbonara di Heinz: una lattina che fa rabbrividire i romani
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Lo mangiamo farcito, lo riempiamo di olio e sale, di nutella o semplicemente ci facciamo la scarpetta. Il pane non può quindi mai mancare su una tavola. Ma quali tipi di pane si mangiano a Roma?
Sin dai tempi degli antichi romani il pane è stato un cibo principale per l’alimentazione di un uomo e un alimento che non doveva mai mancare a tavola. Era fondamentale per saziare gli uomini ed in modo particolare i soldati. Il pane era un cibo davvero facile da consumare e trasportare e al tempo stesso dava molta energia, per questo motivo i combattenti romani ne andavano matti. Lo mangiavano continuamente e lo accompagnavano insieme a tanti alimenti, come le ostriche, il lardo e la pancetta.
Un tempo il pane confermava anche la cittadinanza di un romano. Quando un contadino si iscriveva ad una lista per diventare poi un soldato di Roma, diventava cittadino e riceveva in cambio del grano, che veniva poi macinato, lavorato ed infine trasformato in pane.
Le cucine romane sfornavano quindi diversi tipi di pane, alcuni dei quali erano davvero pregiati. Tra questi c’era per esempio il “panis siliginaeus” che era costituito dalla siliga, una farina simile alla 00 che conosciamo oggi. I contadini invece mangiavano un pane che aveva degli ingredienti molto più che semplici ma che era rinforzato con alimenti carichi di nutrienti, come le ghiande e le castagne.
Nelle campagne poi si mangiava poi la pinsa che oggi tutti amiamo, ovvero una focaccina cotta su una pietra rovente ed impastata con cereali poveri ed erbette.
Anche i navigatori avevano il loro tipo di pane, che potevano trasportare nelle loro navi. Era costituito da una galletta ed aveva una lunghissima conservazione. Era quindi perfetto per poter fare un lungo viaggio.
Ancora oggi il pane resta uno degli alimenti più amati da tutti, che non può mai mancare in una tavola. Viene accompagnato a tantissime cose, come i salumi e le verdure, ma è delizioso da assaggiare anche solo con un pizzico di sale, una grattata di aglio e un goccio d’olio. È la morte sua.
A Roma e nei suoi dintorni si possono poi testare tanti tipi di pane, tra cui la ciriola. È una pagnottina dalla forma allungata che ricorda una piccola anguilla, che le da questo simpatico nome. Al suo interno è piena di mollica ed è perfetta per riparare ai morsi della fame. Si può poi farcire con qualsiasi cosa, anche con della mozzarella o del tonno.
In questi giorni si può poi mangiare la ciambella sorana, che viene preparata in occasione della festa di Sant’Antonio, che avviene il 17 gennaio. È una deliziosa ciambella salata all’anice che come da tradizione viene servita alle persone che portano i loro amici a quattro zampe a farsi benedire.
Anche Genzano di Roma ha il suo tipo di pane. Da secoli viene apprezzato per la sua fragranza e consistenza che rimane intatta per una settimana intera. È un tipo di pane conosciuto in tutto il Lazio, che a partire dal 1950 viene anche servito nei forni della Capitale. Ad oggi quindi è uno dei pani più apprezzati di tutta la regione insieme al pane di Vicovaro, che anch’esso viene servito nei panifici di Roma.
Ogni zona quindi ha il suo pane, ma una cosa resta universale in tutta la regione, ovvero la pizza bianca. È un alimento irresistibile e croccante, che viene cotto prima del pane per testare la temperatura del forno.
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