Alla scoperta dei dintorni della fermata Verano/De Lollis
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È la chiesa nazionale degli ucraini e si trova a Roma: la Basilica di Santa Sofia è un luogo ricco di arte e di storia, che oggi si mobilita.
(Fonte: La Stampa)
Si ispira alla cattedrale di Santa Sofia a Kiev, la Basilica di Roma nata per la comunità della chiesa greco-cattolica ucraina. Le cinque cupolette in stile neobizantino dai tetti dorati ne indicano la somiglianza. A volerla, nel 1963, dopo la prigionia in un gulag siberiano, l’arcieparca Josyp Slipyj che, raccolti i fondi per la sua costruzione, ne affidò i lavori all’architetto italiano Lucio Di Stefano.
(Fonte: Pinterest)
Due anni, dal 1967 al 1969: questo il tempo che fu impiegato a metterla a punto; e alla presenza di diciassette vescovi e papa Paolo VI consacrarla, trasferendovi le reliquie di papa Clemente I, sotto l’altare maggiore. Dedicata alla Divina Sapienza, appunto la Sofia greca, questa chiesa venne poi elevata al rango di basilica minore nel 1998. Con Papa Giovanni Paolo II nel 1985, infatti, era già stata insignita del titolo cardinalizio di Santa Sofia a via Boccea. Ma cosa è possibile ammirare all’interno?
Sebbene l’aspetto asciutto dell’esterno, la Basilica di Santa Sofia è all’interno una delle più particolari di Roma. Nel 2011, infatti, uno dei lavori più importanti fu il restauro dei suoi preziosi mosaici. La cosa sorprendente di questa chiesa è che ogni sua parete è coperta di mosaici. La decorazione artistica, di chiara ispirazione bizantina, progettata da Svjatoslav Hordynskyj, fa di questo luogo uno scrigno completamente dorato. Tra le realizzazioni più importanti, però, spiccano sicuramente il mosaico della Divina Sapienza e quello della Santa Eucaristia.
(Fonte: Romasette)
Visti i difficili tempi attuali per l’Ucraina, a colpirci è poi la sedia del celebrante, su cui è inciso un motto, oggi piuttosto evocativo. La frase recita per aspera ad astra, che significa “attraverso le difficoltà alle stelle“.
Molto suggestiva è anche l’iconostasi, ciò che noi chiameremmo tramezzo, le cui icone dipinte vedono le mani di numerosi artisti.
Ultimi, non per importanza, gli scalini in marmo dell’entrata: quattro, come le virtù cardinali di prudenza, fortezza, giustizia e temperanza.
(Fonte: Vatican News)
Da qualche giorno, infine, la Basilica si sta mobilitando, per aiutare la propria patria e le migliaia di civili coinvolti. Gli attacchi di questi giorni da parte della Russia, e l’assurdità di questa guerra, richiedono, infatti, beni di prima necessità. L’appello della Basilica in via Boccea 478, sotto la coordinazione di padre Marco Semehen, è giunto poche ore dopo i primi bombardamenti: medicine, cibi in scatola, generi alimentari di ogni tipo, pannolini, coperte e tutto ciò con cui si può aiutare è ben accetto. L’obiettivo è riempire un tir che riesca a entrare in Ucraina o arrestarsi al confine con la Polonia, dove sono radunati centinaia di rifugiati. Per le donazioni economiche, infine, si sono mossi anche Caritas, Sant’Egidio e Croce Rossa.
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