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Oratorio del Gonfalone: un luogo di Roma da visitare

foto di: Immagini prese dal web

Forse non ne hai mai sentito parlare, ma l’Oratorio del Gonfalone è un luogo bellissimo da non farsi sfuggire se si viene a visitare la capitale. Dove si trova e cosa è possibile vedere?

Che cos’è l’Oratorio del Gonfalone?

È conosciuta come Oratorio del Gonfalone, ma in realtà si tratta della chiesa di Santa Maria Annunziata del Gonfalone. A prima vista, non ci si aspetta molto da questa struttura, piuttosto semplice nelle architetture esterne. Eppure, questa chiesa rettoria del rione Ponte, nei pressi di via Giulia, e situata appunto in via del Gonfalone, nasconde al suo interno un preziosissimo tesoro: l’oratorio. È qui, nella sede del coro polifonico romano, che spesso vi tiene alcuni concerti, che si trova un posto davvero unico nel suo genere e che non puoi fare a meno di visitare se passi da queste parti. Ma procediamo con ordine: innanzitutto, cosa si intende col termine gonfalone? Con questa definizione i romani facevano riferimento alla bandiera che l’arciconfraternita del Gonfalone, intorno al XIV secolo, alzava durante le processioni in onore del papa. Questi, infatti, era lontano all’epoca, costretto ad Avignone, per questo era necessario ribadirne la sovranità tramite l’utilizzo di uno stendardo.

Cosa vedere nell’Oratorio?

Da alcune fonti sappiamo, poi, che questo luogo magico a pochi passi da Campo de’ Fiori e piazza Navona, fu ristrutturato grazie all’architetto Domenico Castelli, intorno al Seicento. Fu lui a dare all’edifico un’impronta sobria e austera, che dall’esterno pare ancor oggi nascondere bene invece i capolavori interni tutt’altro che moderati. Dentro l’oratorio si celano, infatti, dipinti e affreschi capaci di lasciarvi senza fiato. Ad adornare tutte le pareti si possono ammirare meravigliose pitture che ritraggono le Storie della Passione di Cristo, in dodici frame ad opera delle mani più importanti del Manierismo romano. Si possono vedere l’Entrata di Cristo in Gerusalemme, l’Ultima cena e il Viaggio del Calvario di Livio Agresti; l’Orazione nell’orto, la Coronazione di spine e l’Ecce Homo di Cesare Nebbia; la Cattura di Gesù di Raffaellino da Reggio; la Flagellazione di Federico Zuccari; le Crocifissione di Daniele da Volterra e la sua Deposizione della Croce; e infine la Risurrezione di Marco da Siena e il David di Matteo da Lecce.
Non ultimo per importanza, il soffitto. Un cielo ligneo che vi sovrasta, completamente intagliato da Ambrogio Bonazzini, che vede protagonisti la Vergine e i santi Pietro e Paolo.

L’influenza in Italia e in Europa

Insomma, se un libro non si giudica mai dalla copertina, qui è il caso davvero di dirlo, perché le opere di questo magnifico luogo possono considerarsi fondamentali, per la storia delle arti figurative. Gli esperti e gli specialisti in materia hanno, infatti, giudicato questi dipinti di grandissimo valore. Si tratta del primo esempio di quel genere di pittura che influenzerà per due secoli l’Italia e l’Europa, e che sarà ispirato agli ideali etici ed estetici della controriforma. La cultura artistica, dal Rinascimento in poi, ne resterà completamente influenzata; il pubblico totalmente affascinato, come accade tutt’ora.
Per visitare l’Oratorio, infine, potete prenotare un concerto, oppure andare sul sito. Lì troverete tutti i contatti necessari, compresi gli indirizzi e-mail. Il 10 marzo ci sarà ad esempio un concerto su Vivaldi.