La carbonara di Heinz: una lattina che fa rabbrividire i romani
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Ai tempi di Roma antica la cucina era molto ricca e variegata. Sono tante infatti le opere che raccontano dei costumi e delle tradizioni culinarie degli antichi romani. Vediamo però quali erano i prodotti maggiormente consumati nella cucina antica.
I prodotti maggiormente consumati dai romani erano i legumi. Questi erano principalmente essiccati e polverizzati oppure cotti. I preferiti dai romani erano le fave, i lupini ed i ceci.
Anche i cereali erano degli alimenti gettonati nella cucina romana ed erano alla base dell’alimentazione. Il cereale prediletto era il farro con il quale veniva fatta la polenta, oppure l’orzo che era particolarmente coltivato nell’età repubblicana.
Tutti questi alimenti avevano un potente livello energetico ed erano particolarmente amati dai contadini, che dopo il lavoro per ricaricarsi si godevano una buona zuppa di cereali.
L’alimento preferito dai romani era la carne, in particolar modo quella del maiale, di cui veniva mangiato tutto, dal grasso che veniva usato per curare le malattie, agli organi mammari che erano degli ottimi alimenti per scongiurare il malocchio.
La carne più pregiata era però l’agnello, che veniva cucinato in occasione degli eventi importanti, mentre la carne della pecora o della capra erano considerate più comuni.
Un’altra carne particolarmente amata dai romani era quella dei volatili, in particolar modo quella del pollo che veniva servita nelle classi più popolari.
Nell’antica Roma poi erano delle primizie i ghiri, che venivano prima allevati, poi disossati ed infine farciti e cotti. Un altro animale amato nella cucina romana era il fenicottero, un animale ricercato di cui veniva mangiata soprattutto la lingua, ed il pappagallo, che era particolarmente apprezzato dai nobili.
Anche il pesce era un piatto gettonato nella cucina romana. Inizialmente questo veniva consumato nei periodi di carestia ma poi era diventato un alimento importante. Nelle famiglie più ricche il pesce veniva allevato dalle famiglie più ricche, nei giardini di casa affinché non potesse mai mancare in tavola.
I poveri si accontentavano di mangiare il pesce più comune, che spesso era conservato in salamoia, mentre i più ricchi mangiavano invece cibi più pregiati come le trote, le sogliole e le orate che erano accompagnate dalle verdure, dal fegato o dalle uova di pernice.
Le triglie erano poi le preferite. Erano dei pesci molto costosi ma i romani non badavano a spese per queste. Insieme alle ostriche queste venivano allevate in delle vasche ed erano alimenti particolarmente pregiati.
Ogni piatto veniva accompagnato da un condimento, che aveva il compito di conservarlo ed accentuarne il sapore. L’intingolo maggiormente usato all’inizio era lo strutto, ovvero il grasso del maiale. Con il passare del tempo però, questo era stato sostituito con l’olio, un ingrediente considerato sempre più indispensabile e pregiato.
Molto amate erano poi le spezie, in modo particolare il pepe, lo zenzero e lo zafferano. Queste erano presenti in ogni piatto insieme alle salse, persino nella frutta ed erano realizzate sempre con ingredienti diversi rispetto a quelli del piatto principale. Una salsa piuttosto amata dai romani era il “garum”, una sorta di olio di pesce realizzato con gli organi dei pesci che erano lasciati a macerare.
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