“Tra Sacro e Profano” la pittura di Ulisse Scintu a Palazzo Ruspoli
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La dea dei serpenti Angizia ha dato origine a un culto pagano tramandato da fonti letterarie come l’Eneide e di cui abbiamo resti in alcuni borghi della Marsica
Angizia è l’arcaica dea dei serpenti, sorella della Maga Circe e di Medea, anche se tra le varie versioni del mito c’è quella che ci racconta che in realtà sia il nome che Medea assunse quando arrivò, fuggendo da Atene, nella terra dei Marrubi, antico popolo italico che abitava nei boschi dei monti dell’Italia Centrale, come ci riporta Servio nel suo commento all’Eneide, specificando che la fuga era avvenuta sul carro del Sole trainato da serpenti alati, in quanto praticava la magia ed era in grado di domarli. Nel mito greco ci viene invece tramandato il fatto che sia sorella di Circe, mentre si deve a Virgilio la trasposizione del mito italico nella tradizione che le assegna aspetti della cultura italica ad un’origine ellenica.
Virgilio fa sua la convinzione dell’epoca secondo la quale la Marsica e il Sannio fossero i luoghi in cui la magia aveva avuto origine e sulla base di questo assistiamo al collegamento tra Angizia e Medea, che aveva deciso di abitare nei pressi del lago del Fucino, insegnando loro l’arte di conoscere le piante. A lei era devoto Umbrone, sacerdote e condottiero dei Marsi che fu inviato in sostegno di Turno in guerra contro Enea. Virgilio nel Libro VII dell’Eneide descrive la sua morte proprio per una freccia scoccata dalla mano di Enea contro cui nulla poterono le arti magiche insegnate da Angitia.
Gellio ci presenta Angizia come una delle figlie di Eeta, figlio del Sole e di Perse e della ninfa Idia. Nel mito greco si racconta che lasciò i luoghi della sua nascita, arrivò in Italia e scelse come dimora la terra dei Marsi. Da Silio Italico abbiamo la prima informazione sulle capacità magiche che le derivavano dalla conoscenza delle erbe: la dea che maneggiava da padrona i veleni era una signora degli animali che sapeva controllare le forze della natura e sottometterle alla sua volontà.
Il bosco sacro che secondo Virgilio era dedicato alla dea Angizia si trova nei pressi del sito archeologico di Lucus Angitiae alle porte della contemporanea Luco dei Marsi. La cerimonia dello Spirito Santo che si svolge proprio nel paese sopracitato nel giorno di Pentecoste prevede la sosta ai ruderi del tempio di Anxa, nome connesso ad Angizia. Nel museo Antinum di Civita d’Antino è esposta una stele funeraria dedicata alla dea. A Cocullo, invece, il primo giovedì di maggio si svolge la festa di San Domenico, che sarebbe però derivata dal culto pagano di Angizia.
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