Conference League: la Roma vola in finale
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Erano le 18.04 del 14 maggio del 2000. Gli smartphone ancora non esistevano, tanto meno i social. Per veder vincere lo scudetto alla Lazio le alternative erano due: la tv a pagamento o la radio sintonizzata sull’edizione speciale di “Tutto calcio Minuto per Minuto”…
Il 2000 è scoccato da qualche mese. L’euro, per il momento, è solo una valuta “virtuale”, in mano a banche e mercati finanziari. Con i cellulari, al massimo, puoi messaggiare e chiamare a pagamento, perciò preferisci lo squilletto. Per seguire il calcio, hai tre opzioni: la tv a pagamento, la mitica radiolina o lo stadio. È il 14 maggio e la Lazio sta festeggiando la chiusura del suo campionato, talmente bello che il ricordo di quel punto strappato dal Milan, l’anno prima, sembra proprio un lontanissimo ricordo. La Rosa conta nomi come Inzaghi, Simeone, Nesta, Salas e Crespo.
(Fonte: Barcalcio)
Nessuno sa cosa sta per accadere; nessuno se l’aspetta, a dire la verità. Perché la Juve, nel frattempo, se la gioca col Perugia, e non può perdere, o almeno tutti la pensano così. È una delle partite più strane degli ultimi anni e, forse, dell’intera storia del calcio italiano. La pioggia è talmente insistente al Curi che l’arbitro decide di attendere un’ora, per tornare a giocare il secondo tempo. La decisione più nefasta che gli juventini abbiano mai dovuto sopportare. Lo 0 a 0, sebbene qualche piccola occasione, non cambia. Sono le 18 e 04 e lo speaker radiofonico annuncia la vittoria del primo scudetto del nuovo secolo. Porta i colori di una squadra romana.
Il bianco e l’azzurro invadono le strade, le piazze, i balconi. Caso vuole, tra i giocatori decisivi, per la vittoria della Lazio, quell’anno, un giovane ex del Perugia, il difensore Calori (oltre il danno, la beffa, per la Juve). La felicità dei tifosi è incontenibile, è tangibile. L’ultimo scudetto della squadra risale alla stagione ’73-74, quando ad allenare il gruppo era un giovane Maestrelli.
(Fonte: Skysport)
Il disegno del presidente Cragnotti, non ultimo l’acquisto di giocatori del calibro di Gascoigne, Mancini, Nedved e Vieri, quel giorno vede realizzati i suoi frutti. A 26 anni dal primo scudetto, la Lazio conquista la coppa più ambita. È vero, c’era stato un leggero sentore – leggerissimo – non possiamo dir di no. Lo storico goal di Simeone alla Juve, un mese prima, aveva smosso qualcosa, ma come dar fede ad un solo presentimento? La squadra di Roberto Mancini, dal canto suo, doveva ancora portare a casa qualche partita. La risposta, però, arrivò e arrivò forte quel giorno di metà maggio! L’altra, di risposta invece, quella dal sapore “meno sportivo” e più romano – come non metterla in conto?! – sarebbe arrivata un anno più tardi, alla vittoria dello scudetto da parte dell’AS Roma.
Rivediamo insieme qualche immagine di quella vittoria targata Lazio!
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