“Narciso, la fotografia allo specchio”, una mostra che riflette sul concetto del doppio
Vorresti vedere questa mostra? Espone gli scatti dei più grandi fotografi del ‘900, invitando a riflettere sul tema dello specchio e del doppio,[...]
L’8 settembre del 1943 fu firmato l’armistizio che sanciva la fine dell’alleanza con la Germania nella Seconda Guerra Mondiale con la conseguente invasione tedesca e americana della penisola e l’arrivo della guerra sul nostro territorio
L’8 settembre 1943 fu firmato da parte del maresciallo Piero Badoglio l’armistizio del Regno d’Italia con gli Alleati della seconda guerra mondiale che provocò la conseguente invasione dei tedeschi con la nascita del movimento di Liberazione Nazionale e l’arrivo degli Americani che contribuirono alla fine del conflitto dopo circa un anno e mezzo e molte stragi civili che colpirono interi paesi, soprattutto del Centro, legati alla Linea Gotica e alla Linea Gustav che passava dal Lazio. Furono giorni concitati e di grande confusione con la fuga dalla Capitale dei vertici militari, del re Vittorio Emanuele III e di suo figlio Umberto, la ritorsione da parte degli ormai ex-alleati tedeschi fu pressoché immediata con la nascita della Repubblica di Salò e del governo fantoccio di Mussolini e la conseguente guerra civile.
La linea Gustav fu una linea fortificata difensiva approntata in Italia su disposizione di Hitler e divideva il Paese in due, a nord il territorio in mano alla Repubblica Sociale Italiana e ai tedeschi mentre al sud gli Alleati che stavano risalendo dopo lo sbarco in Sicilia e si estendeva dalla foce del fiume Garigliano, al confine tra Lazio e Campania, fino a Ortona, comune costiero a sud di Pescara e la sua funzione era quella di ritardare questa risalita, sfruttando anche gli ostacoli naturali delle montagne appenniniche.
Le forze tedesche, dopo lo sbarco a Salerno nel settembre del 1943, furono costrette ad arretrare lungo la penisola, ma opposero una prima resistenza prima lungo la linea del Volturno e poi la linea Bernhardt. Il motivo di tale scelta fu determinato dalla posizione dominante di Montecassino, posto sull’unica agevole via di accesso dal sud al nord verso Roma: la statale Casilina. Dopo soli due giorni dalla firma dell’armistizio il bombardamento di Montecassino da parte delle truppe anglo-americane colse impreparata la popolazione della città di Cassino, distruggendone l’abbazia e causando molte vittime tra i civili.
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