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Tra le tantissime divinità romane, del pantheon primario o di quelle secondarie è presente Maia, un’antica dea della fecondità e della natura a cui ogni primo maggio veniva effettuato un particolare sacrificio per la fertilità delle terre.
No non vi preoccupate, niente ha a che fare con la popolazione Maya dell’America Centrale, quella pe’ capisse, che aveva predetto la fine der monno, senza prenderci (pe’ fortuna!). Non vi preoccupate, la Maia a cui ci riferiamo noi è una divinità secondaria tra le molte presenti a Roma e in Grecia e veniva festeggiata proprio in questi giorni. Nella mitologia non è sola, infatti, figlia del dio Atlante – colui che regge il mondo sopra le proprie spalle – e di Pleione, una ninfa dell’oceano, Maia è parte del gruppo divino delle Pleiadi (che a Roma venivano chiamate Vergilie). Queste sette sorelle rappresentano anche un gruppo di stelle, sempre ben visibili nel cielo e la loro trasformazione in astri luminosi ha diverse versioni: la prima riporta che non riuscirono a sopportare il dolore nel vedere il padre subire tutte le sue sventure. Altre versioni vogliono le pleiadi bellissime donne – alcuni riportano compagne di Artemide, la dea della caccia -, di cui si era invaghito il cacciatore Orione; dopo 5 lunghi anni di inseguimenti, per liberare le donne dall’inseguitore, gli dei decisero prima di trasformarle in colombe e successivamente in stelle.
Non a caso, se noi guardiamo il cielo, la costellazione delle Pleiadi risulta proprio vicino a quella di Orione, ma c’è una particolarità. Alle sette sorelle non corrispondono affatto sette stelle, ma sei, questo perché nella storia del mito, ad un certo punto una delle sette donne lascia il gruppo; chi dice sia Sterope, a causa della sua vergogna, chi dice sia Elettra, poiché convolta nella distruzione della casa di Dardano; chi infine, crede sia Merope, l’unica delle sette sorelle ad aver sposato un mortale e che quindi decise di allontanarsi sempre per la vergogna.
Maia però nella mitologia si ricorda anche per essere la mamma di uno degli dei più importanti del pantheon greco-romano: Mercurio o Ermes, per i greci. Indovinate un po’ con chi è stato concepito quest’ultimo? Ovviamente con il capo dei capi, con il boss degli dei Giove! Mercurio, secondo il mito nasce in una grotta del monte Cillene e viene ricordato non solo come messaggero degli dei, ma anche come protettore dei commercianti e dei ladri. Infatti uno dei primi atti compiuti da Mercurio, ancora bambino e sfuggito al controllo materno, è stato proprio quello di rubare una mandria custodita da Apollo. Il dio del sole la reclamava indietro ma Maia non credeva che suo figlio così piccolo potesse aver compiuto un’azione del genere. In quel frangente Mercurio inventò la lira, ricavandola da un guscio di tartaruga, che infine venne richiesta da Apollo come riscatto per la mandria.
A Roma, oltre a tutto quello che abbiamo raccontato finora, Maia era creduta anche madre e moglie di Vulcano, il fabbro degli dei. In questa veste ricopriva un ruolo distruttivo, ma allo stesso tempo le venivano attribuiti anche aspetti positivi, come quello della fertilità e del nutrimento dei campi. Non a caso infatti il mese di Maggio (Maius in latino), sembra derivare proprio dal nome della dea alla quale era dedicato tutto il mese. Lei infatti era anche colei che annunciava la primavera, l’arrivo finalmente della buona stagione. Proprio il primo giorno di questo mese infatti, a Roma veniva celebrata una cerimonia particolare, in cui per ingraziarsi il favore della dea veniva sacrificato un maiale. In latino questo animale veniva definito con il termine sus e il dono sacrificale di questa cerimonia prendeva il nome di sus maialis. Questo potrebbe essere il motivo per cui noi oggi chiamiamo così il maiale, che infatti in altri termini può anche essere indicato come suino, riprendendo così, la sua vera radice etimologica. Buon mese di Maia quindi e che finalmente arrivi la buona stagione!
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