“Narciso, la fotografia allo specchio”, una mostra che riflette sul concetto del doppio
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Ma quanti potevano esse, te dirai tra te e te, ‘na decina? ‘Na ventina? Niente, siate lontani anni luce, gli dei romani, tra i maggiori e i minori erano circa 200!
Ebbene sì, gli dei romani erano molti, praticamente uno per ogni elemento naturale, per ogni momento della vita; basti pensare che esistevano divinità minori come Barbatus, il dio che faceva crescere la barba o Cardea, che custodiva i cardini delle porte! Oggi con questo articolo vogliamo presentarvi ovviamente i più famosi, i principali da adorare nel pantheon romano. Molti di questi dèi, come già saprete, sono di derivazione greca, mentre altri derivano anche da culti locali ed etruschi, che i romani hanno adottato durante la loro storia.
Il primo non poteva essere che Giove, il padre di tutti gli dèi, ma non tanto per dire, proprio veramente, visto che a causa delle sue scappatelle, metteva sempre in cinta le sue amanti! I suoi simboli erano i fulmini, che gli venivano fabbricati da Vulcano e l’aquila, uno dei simboli di Roma.
Essendo sorella e moglie di Giove, era la divinità femminile più importante del pantheon, rappresentava infatti le donne, proteggeva il matrimonio ed era la dea della fertilità e della maternità. Sopportava tutte le scappatelle del marito e proprio da lui ebbe due figli, Marte, dio della guerra e Iuventas, dea della giovinezza. A rappresentare Giunone sulla terra erano due animali come il pavone e la mucca.
Fratello di Giove e di Plutone, Nettuno, con il suo tridente e il cavallo generato da lui stesso dalla spuma delle onde, era il dio dei mari e dei terremoti. Viveva ovviamente sott’acqua e tra i suoi figli si ricorda Tritone.
Chi non ricorda il suo disegno nel cartone animato di Hercules, grigio con gli occhi gialli e i capelli blu? Plutone regnava negli inferi, di cui era il dio e non aveva accesso all’Olimpo, il sacro monte su cui dimoravano Giove e gli altri esseri immortali. Per i romani divenne anche il protettore di metalli e pietre preziose; la sua sposa era Proserpina, che aveva rapito a Cerere, sua madre.
Tra le poche divinità non importate dal pantheon greco, Cerere era la dea dell’agricoltura e sorella di Giunone e Vesta. Anche lei, come altre divinità romane è associata a culti misterici e i suoi simboli erano il papavero e l’orzo.
Il famosissimo dio della guerra era una delle divinità principali, perché padre di Romolo e Remo; proprio per questo motivo era sentito come il genitore di tutti i romani. Tra i figli legittimi di Giove e Giunone, oltre a proteggere l’impero era impegnato ad essere l’amante di Venere, sposata con Vulcano. Il suo animale sacro era il picchio.
Proprio così, la sorte che toccò a Vulcano, fabbro degli dèi non fu molto felice. Brutto e zoppo aveva sposato Venere, la dea della bellezza, che però lo tradiva con quel bell’imbusto di Marte. Oltre a costruire i fulmini per Giove, produceva anche armature per gli eroi come Ercole.
Tra i due litiganti…c’è Venere! Prese le caratteristiche della Grande Madre romana, bella e lussuriosa, nata dalla spuma del mare, come l’ha perfettamente immortalata Botticelli, è anche una delle progenitrici del popolo romano, essendo la madre di Enea.
Rappresentato con la cetra, era stato importato a Roma direttamente dalla Grecia, nonostante avesse anche un corrispondente etrusco in Apul. Successivamente venne assimilato anche ad Elios, il dio del sole e per questo motivo era considerato anche il fratello di Diana, dea della luna. Apollo era anche il protettore delle guarigioni e delle profezie.
Divinità vergine, Diana aveva un santuario sulle sponde del lago di Nemi; era la protettrice della luna, della caccia e del parto ed era una delle poche divinità non figlia di Zeus. Sorella di Apollo, dio della luce, Diana era anche assimilata a riti e celebrazioni esoteriche.
Oltre ad essere il dio dei messaggeri, Mercurio era considerato anche il protettore dei viaggiatori, degli avvocati e dei ladri (coincidenze? Avvocati, se fa’ pe’ scherzà ovviamente!). Come tutti sanno aveva i sandali alati e il bastone su cui si avvolgono due serpenti, chiamato caduceo. Unitosi una volta a Venere diede alla vita Eros, il dio dell’amore.
Dio del vino e delle feste, Bacco era figlio di Giove e di Demetra. I suoi simboli erano il tralcio di uva e l’edera. Era il destinatario di particolari riti, detti bacchici, che si svolgevano tutti di notte a base di vino. Durante la storia di Roma molte volte lo Stato dovette intervenire per vietarli, perché diventati molto pericolosi.
Antica dea del fuoco e del focolare domestico, grazie ai romani ebbe un ordine sacerdotale a lei completamente dedicato, molto potente, le Vestali. Queste sacerdotesse erano le uniche a poter entrare nella parte sacra del tempio e a Roma, nel tempio a lei dedicato era conservato il Palladio, ovvero la statua lignea di Atena, che garantiva la protezione da parte degli dei.
Dea della saggezza, della guerra, degli artigiani e della guarigione era una divinità maggiore nel pantheon romano, ma non era molto simpatica al popolo, poiché era la protettrice dei rivali e cugini greci. La leggenda narra che questa sia venuta fuori dalla testa di Zeus; i suoi simboli sono la lancia, l’elmo, lo scudo e la civetta.
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