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Nuova luce da Pompei a Roma in mostra ai Musei Capitolini

foto di: Immagini prese dal web

I Musei Capitolini ospitano la mostra Nuova luce da Pompei a Roma, che mostra i diversi sistemi di illuminazione nell’antica Roma con oltre 180 reperti e un percorso espositivo che si serve anche di supporti digitali

Pompei e il suo patrimonio di oggetti e di sistemi di illuminazione

I Musei Capitolini, nella sede espositiva di Villa Caffarelli, ospitano la mostra Nuova Luce da Pompei a Roma, un viaggio, anche virtuale, nelle atmosfere e nei sistemi di illuminazione del mondo antico con oltre 180 reperti originali in bronzo provenienti dalla città eterna e da quella vesuviana. Per la prima volta una mostra affronta in maniera organica la tecnologia, la dimensione estetica della luce artificiale nel mondo romano. Nessun’altra città dell’antichità ha restituito così tanti sistemi di illuminazione come Pompei.

Da dove provengono le opere che si possono ammirare nella mostra

Lucerne ad olio, portalucerne, candelabri, supporti per lucerne figurative e torce, opere custodite presso il Museo Archeologico Nazionale di Napoli (MANN) e il Parco Archeologico di Pompei (PAP) e che sono ammirabili sino all’8 ottobre tutti i giorni dalle ore 9.30-19.30 e con l’ultimo ingresso un’ora prima della chiusura. I biglietti sono acquistabili anche online. L’allestimento presenta anche reperti appartenenti al Museo Nazionale Archeologico di Napoli non esposti in pubblico, molti dei quali restaurati appositamente per l’occasione e, in questa sede romana, anche da circa 30 opere pertinenti alle collezioni dei Musei Capitolini, Antiquarium. La luce artificiale romana è arte della luce dato che il bronzo crea una spettacolare scenografia di luce e ombra.  L’esposizione è arricchita da riproduzioni fedeli prodotte in cooperazione con la Fonderia d’Arte San Gallo AG, nonché da simulazioni digitali su modelli tridimensionali.

Un’interpretazione antropologica della luce che guida tutto il percorso espositivo

Il racconto avviene attraverso una prospettiva antropologica della luce, come mediatrice sociale fondamentale, come mezzo per creare uno spazio umano di condivisione e per comprendere le diverse sfere della vita nell’antica Roma, dalla religione alla magia fino al sogno e la notte. Per mettere in relazione passato e presente sono state inserite all’interno del progetto espositivo le lampade realizzate dal light designer Ingo Maurer con le sue opere che testimoniano la vitalità di un rapporto creativo con la luce che prosegue da due millenni.