Le Scuderie del Quirinale presentano “Barocco Globale. Il mondo a Roma nel secolo di Bernini”
Protagonista di questa mostra una Roma cosmopolita, al centro di una complessa rete di viaggi e rapporti che annullano confini nazionali e culturali.[...]
Alcune delle frasi più celebri di Orazio, tra i principali poeti dell’Antica Roma, che ha consegnato ai posteri versi che sono diventati di uso comune e che sono ancora oggi grande spunto di riflessione
Tra i principali poeti dell’Antica Roma, Orazio ha segnato una pagina indelebile. Vissuto nella seconda parte del I secolo a.C., nel corso dell’impero di Cesare, della guerra civile e della presa al potere di Ottaviano Augusto, ha dedicato la sua produzione artistica a riflessioni filosofiche e scritti d’amore che sono stati tradotti da milioni di studenti e con frasi che sono diventate di uso corrente e quotidiano, a partire dal Carpe Diem, l’invito ad assecondare il destino e cogliere il momento, buttandosi e non avendo rimpianti, un messaggio potentissimo e sempre attuale. Sulla falsariga di questo anche il meraviglioso verso Cosa verrà domani, evita di chiedere, e qualunque giorno ti darà il destino, segnalo come guadagno.
Inserito nel contesto nel quale è vissuto il verso È dolce e onorevole morire per la patria, ripreso anche nel Risorgimento italiano e nel Nazionalismo della prima parte del secolo scorso, per cercare di improntare nella gioventù l’attaccamento alla propria terra e la volontà di difenderla ad ogni costo. In un’epoca, quella del primo Impero, in cui Roma iniziava a farsi sfarzosa e a mostrare la propria magnificenza, Orazio sottolinea che Con la ricchezza crescono le preoccupazioni.
E chi non ha mai detto o sentito la frase L’amore è cieco. Ebbene sì, è frutto proprio della vena creativa di Orazio, il quale si era reso conto che di fronte ai sentimenti la ragione va spesso in secondo piano. Il poeta ci mette in guardia anche del fatto che il carattere non potrà mai essere modificato fino in fondo: Scaccia pure con un forcone la tua indole, tornerà ugualmente. Infine alcune riflessioni sulla vita, di una lucidità disarmante, da Non siamo che polvere e ombra a La morte raggiunge anche l’uomo che fugge.
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