“Narciso, la fotografia allo specchio”, una mostra che riflette sul concetto del doppio
Vorresti vedere questa mostra? Espone gli scatti dei più grandi fotografi del ‘900, invitando a riflettere sul tema dello specchio e del doppio,[...]
L’approvvigionamento del sale per Roma, almeno fino all’era moderna, ha rappresentato un problema non da poco: prezioso e utilissimo, il sale era l’oro bianco dell’antichità e una città come Roma aveva bisogno di trasportarne entro le mura enormi quantità.
Fondamentale sin dal Neolitico per conservare a lungo gli alimenti come carne e pesce in assenza di ghiacciaie e frigoriferi, il sale per le antiche civiltà del Mediterraneo era così importante che parte della paga dei soldati romani, sotto Anco Marzio, era costituita proprio da una quantità di questo condimento che oggi diamo tanto per scontato: di qui il termine salario per indicare la retribuzione del lavoro. Le grandi saline a evaporazione solare erano la fonte principale di questo prezioso composto chimico: nel VII secolo a.C. i Romani vennero alle armi con i Veienti, popolazione che abitava il tratto di costa alla destra della foce del Tevere, per prendere possesso del Campus Salinarum da questi controllato presso Ostia. In età imperiale le saline divennero proprietà personale dell’imperatore, che le concedeva in affitto ad appaltatori e privati. Non è un caso che al centro delle grandi arterie commerciali del passato ci fosse il commercio del sale: i romani costruirono appositamente per questo scopo la via Salaria, una delle più antiche strade consolari dell’Urbe. Lunga centotrentotto miglia, la via Salaria collegava le saline del Piceno (Castra Truentinum) a Roma, attraversando l’Appennino: a metà dell’arteria, ancora oggi esiste la pietra miliare che indicava il milium LXVIII, riportante l’incisione “IMP. CAESAR. DIVI….. F. – AUGUSTUS (COS. XI). TRIB (U. POTEST. VIII. EX. S. C.) LXVIIII.” Nell’antica Roma il sale veniva impiegato non solo in cucina, ma anche in medicina, per la concia delle pelli, in metallurgia. Inoltre, poiché era un genere di lusso, il sale era considerato sacro proprio in quanto indispensabile alla vita e, perciò, offerto in dono agli dei e largamente adoperato nei riti di purificazione o cosparso sugli animali da immolare in sacrificio.
Dai tempi dei romani e per tutto il Medioevo, il sale continuò ad arrivare in città risalendo il Tevere su barconi che attraccavano nei pressi di Riva Marmorata. Dal IX secolo le saline sulla riva destra del fiume furono chiamate Campo Maiore o Campo Salino, mentre quelle poste sulla riva sinistra vennero chiamate Campo Ostiensi. Dopo la grande piena del Tevere del 1557, fu spostata la Dogana Pontificia a Tor San Michele ed in prossimità fu fatto costruire un nuovo Magazzino del Sale, in sostituzione a quello quattrocentesco troppo vicino al meandro del Tevere inghiottito dalle acque. Le saline di Ostia Antica erano la fonte del sale convogliato a Roma: sorgeva lì il cosiddetto Casalone, edificio ancor esistente a Ostia Antica e usato come magazzino per il sale sin dal Trecento. Il controllo delle attività di produzione e trasporto del sale fu una fonte di reddito molto sostanziosa per la Curia Pontificia sino al XIX secolo, quando, una volta perso il dominio territoriale di Roma e dello Stato della Chiesa, non poté più riscuotere l’imposta sul sale. Dopo aver percorso controcorrente il fiume su barconi trainati da buoi, i sacchi di “oro bianco” venivano caricati su dei carretti su per Via delle Saline, fino ai Magazzini del Sale dell’Aventino.
Un edificio rustico, ad un solo piano, tra Via Salara e Via di Porta Leone: era questa l’Osteria della Salara. Situata in un punto strategico e di passaggio obbligato per i lavoratori della catena di trasporto del sale, l’osteria era un approdo sicuro per chiunque passasse davanti al tabellone con i prezzi del vino al litro esposto fuori sull’insegna, che recitava: “Vino e cucina della salara”. Proprio dirimpetto a questa, c’era la targa marmorea affissa sul portone rinascimentale dei Magazzini del Sale di Ripa Marmorata con incisa l’epigrafe: “Omnium rerum vicissitudo est” (Tutte le cose cambiano). E cambiarono anche per i Magazzini: all’inizio del Novecento tutta l’area dove oggi sorge Piazza dell’Emporio venne demolita, osteria compresa, portandosi dietro le tracce di una storia “salata” rimasta invariata per millenni.
Vorresti vedere questa mostra? Espone gli scatti dei più grandi fotografi del ‘900, invitando a riflettere sul tema dello specchio e del doppio,[...]
Una festa antica ma che insegna molto quella dei Lucaria che a metà luglio era dedicata alle divinità che proteggevano i boschi, ecco[...]
Era il 64 d.C. e nel bel mezzo dell’estate Roma fu colpita da un terribile incendio, tramandato ai posteri anche per le accuse[...]
È davvero incredibile quello che è stato ritrovato a Palazzo Nardini. Durante un lavoro di restauro al palazzo è stato ritrovato un affresco[...]
Il Museo di Roma in Trastevere ospita la prima retrospettiva italiana della nota artista di origine camerunense Angele Etoundi Essamba, da sempre impegnata[...]
Erano i giochi pubblici più famosi di tutta Roma e per un’intera settimana animavano la città e la sua arena di tantissime attività,[...]
28Il palazzo della Cancelleria di Roma ospita una mostra multimediale per scoprire le invenzioni del genio di Leonardo Da Vinci per un viaggio[...]
Artiste romane e le loro opere realizzate tra il 1910 e il 1940 sono protagoniste della mostra che è visitabile al Casino dei[...]
Fors Fortuna era la divinità del caso e del destino e nell’Antica Roma veniva celebrata con un rito e un culto che è[...]
Finalmente è arrivata l’estate e quale modo migliore c’è d’inaugurarla se non a suon di musica? Ecco tre canzoni romane sulla bella stagione![...]
La Galleria d’Arte Moderna ricorda le opere che Keith Haring realizzò durante la mostra che tenne 40 anni fa al Palazzo delle Esposizioni[...]
Al Forum Austriaco di Cultura è stata esposta “Petunia Carnage”, un’affascinante esposizione fotografica che per l’osservatore può essere un ottimo spunto di riflessione.[...]
I romani tenevano molto a questa festa, perché celebrava una divinità particolarmente cara alla città, ovvero la dea del focolare, Vesta. Ma in[...]
La Sacrestia del Borromini, all’interno della Chiesa di Sant’Agnese in Agone in Piazza Navona ospita la nuova edizione del Capriccio Italiano Festival 2024[...]
Sala gremita, emozioni e pubblico delle grandi occasioni per la Premiére del lungometraggio “In viaggio con Lei” del regista Gianluca Gargano, organizzata dall’Italia[...]