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Alla faccia dei cugini greci, il Teatro Marcello, dalla sua costruzione è diventato esempio e modello di tutti i teatri antichi, per aspetto estetico, forma e funzionalità. Scopriamo insieme i suoi segreti!
Chi non conosce ad oggi questo famosissimo teatro romano che si staglia al centro del tessuto urbano della Capitale? Incastonato tra il Ghetto ebraico e il Campidoglio, da cui si gode di una sua visuale maestosa, questo teatro fu un’idea del romano più famoso al mondo: Giulio Cesare. A causa della sua morte prematura, il grande statista romano non riuscì mai a vederlo compiuto; alla sua epoca infatti erano state gettate solamente le fondamenta di quello che diverrà il teatro. A continuarlo e a terminarlo ci pensò il suo erede, Ottaviano, diventato poi Augusto, che non solo portò a termine il progetto, ma lo ampliò, spostando tutti i templi come quelli delle divinità romane Apollo e Bellona.
A costruirlo o a progettarlo non fu nessun Marcello dunque perché questo nome? Il motivo è presto spiegato, quest’edificio fu dedicato ufficialmente da parte di Augusto a Marco Claudio Marcello, il suo successore designato che però morì prematuramente nel 23 a. C. In questo modo il primo imperatore di Roma rendeva immortale il nome di colui che avrebbe dovuto prendere il suo posto non appena egli avesse lasciato vacante il trono.
Il primo spettacolo che il teatro ha ospitato sono stati i fastosi Ludi Secolari, celebrati e voluti sempre da Augusto nel 17 a.C e che come da tradizione romana, sancivano la fine di un secolo e l’inizio di un altro. La capienza di questo teatro era pressoché enorme, soprattutto per l’epoca. Il suo diametro di 130 m (misura poco più grande di un campo da calcio) e i suoi tre ordini di gradinate interne, permettevano di ospitare fino a 15 o 20 mila spettatori, un numero gigantesco.
Il teatro Marcello fu una vera e propria rivoluzione per quanto riguarda l’architettura teatrale, perché fino ad allora i greci costruivano questi edifici addossando le gradinate addosso a delle colline, mentre a Roma i posti a sedere erano costruiti soprattutto su strutture lignee. Questo teatro invece, costruito in muratura è il primo grande esempio del genere e per questo divenne esempio e modello per tutti gli altri costruiti in seguito, perfino per il Colosseo. Gli ordini di archi che costituivano la parte esterna erano tre, uno con colonne di ordine dorico, un altro di ordine ionico e l’ultimo corinzio. Proprio su quest’ultimo nel Medioevo la famiglia dei Fabi costruì, nel XIII secolo il suo palazzo. Questa struttura per la sua forma assunse anche le funzioni di fortezza e castello. Nel corso della storia il teatro Marcello passò di mano a numerosi famiglie nobili romane, tra cui i Pierleoni, i Savelli e gli Orsini. Proprio per questo, il monte vicino a questo teatro si chiama Monte Savello, poiché venne a crearsi con i detriti caduti delle costruzioni fatte da questa famiglia. Con il passare degli anni dunque questi archi cominciarono a cambiare funzione e da ingresso a teatro divennero porte di abitazioni o botteghe, soprattutto di macellai.
Lo stato in cui vediamo oggi il Teatro Marcello è dovuto ai restauri che si sono effettuati tra il 1926 e il 1932, che hanno liberato gli archi da 4 metri di detriti, riportando il teatro alla sua base originaria; inoltre tutti i fornici che delimitavano il teatro sono stati liberati dalle botteghe e dalle abitazioni. Questa azione di restauro però distrusse anche numerosi monumenti medievali che erano stati costruiti intorno a quest’edificio e anche la famosa Piazza Montanara, punto e ritrovo di molti contadini che arrivavano a Roma per vendere i loro prodotti.
Una volta terminata la pandemia, grazie anche a un nuovo collegamento pedonale che porta direttamente al ghetto sarà possibile visitare il teatro gratuitamente, con l’ausilio di una visita guidata a prenotazione obbligatoria
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